Fitonutrienti, ecco dove trovarli

Frutta e verdura sono un mix complesso di vitamine, minerali, fibre e di una varietà di composti bioattivi, i fitonutrienti. Non bisogna quindi sorprendersi che questi alimenti siano una componente fondamentale di un regime alimentare sano, fautori di una riduzione del rischio di molte malattie croniche, come quelle cardiovascolari o il cancro. Un nuovo studio ha scoperto che nella realtà quotidiana della vita delle persone l’apporto di fitonutrienti è dovuto  solo a 4-5 tipi di frutta o verdura.

La ricerca è partita dall’obiettivo più generale di stabilire gli apporti medi di nove fitonutrienti: licopene, α-carotene, β-carotene, β- criptoxantina, luteina/zeoxantina, esperetina, quercetina, antocianidine e acido ellagico. Il campione era composto da cittadini degli Stati Uniti, i cui dati sono stati raccolti nell’ambito del National Health and Nutrition Examination Surveys 2003-2006. La popolazione è stata divisa in un gruppo di persone che raggiungevano i  consumi consigliati di frutta e verdura e in un gruppo che non li raggiungeva.

Come era lecito aspettarsi, l’apporto di fitonutrienti  (corretto per l'introito energetico) era più alto nelle persone di entrambi i sessi che consumavano le porzioni raccomandate di frutta e verdura, tranne che per l’acido ellagico, del quale si rilevavano livelli elevati solo nelle persone di sesso femminile che seguivano tali raccomandazioni.

Pomodori, carote, arance/aranciate e fragole rappresentavano circa i due terzi degli apporti di cinque fitonutrienti. Carote, spinaci e cipolle rappresentavano tra il 26 e il 31% di altri tre fitonutrienti. In particolare, le carote sono risultate importanti per l’apporto di α-carotene  (72,5% dell’apporto) e β-carotene (30,8%); i pomodori sono rilevanti per il licopene (81,2%); le arance e il succo di arancia per la β- criptoxantina (64,2%) e l’esperetina (93,8%); gli spinaci per la luteina/zeoxantina (27,8%); le fragole per l’acido ellagico (68,1%);  l’uva e i mirtilli per le antocianidine (18 e 16%); il tè e le cipolle per la quercetina (29 e 26%),

Ad ogni modo gli autori dello studio fanno notare di non aver considerato la biodisponibilità dei fitonutrienti, né le modifiche introdotte con la cottura dei cibi, né tanto meno il metabolismo, tutti fattori che potrebbero essere importanti e che dovrebbero essere analizzati.

 

Fonte:

Murphy MM, Barraj LM, Herman D, Bi X, Cheatham R, Randolph RK. Phytonutrient Intake by Adults in the United States in Relation to Fruit and Vegetable Consumption. J Am Diet Assoc. 2011 Nov 9. [Epub ahead of print]