Integratori di ferro nei bambini: le nuove linee-guida aap

L’American Academy of Pediatrics (AAP) ha emesso un nuovo rapporto sulla diagnosi e la prevenzione della carenza marziale e dell'anemia ferropriva in neonati e bambini fino ai tre anni di età. Studi recenti hanno rafforzato l'idea che la carenza di ferro, anche senza anemia, possa avere un effetto negativo a lungo termine sul neurosviluppo, sottolinea l’AAP. È quindi opportuno sintetizzare le conoscenze a riguardo per intervenire quando necessario.

Secondo l’AAP, grande attenzione deve essere rivolta per stabilire l'eventuale carenza di ferro. Non esiste a questo proposito un singolo test, quindi il rapporto suggerisce una serie di esami da eseguire e le diverse opzioni possibili.

Il neonato a termine possiede una quantità di ferro sufficiente per i primi quattro mesi di vita. Dopo questa età i bambini dovrebbero ricevere un supplemento di 1 mg/kg al giorno finché non siano stati aggiunti cibi ricchi di ferro nella loro alimentazione. Per i neonati nutriti con latte formulato, il ferro può essere fornito per i primi 12 mesi dal latte e dall'aggiunta di cibi fortificati a partire dai 4-6 mesi di età. L'apporto di ferro tra i 6 e i 12 mesi dovrebbe essere di 11 mg/die, da raggiungere con l'introduzione nell'alimentazione di carne e verdure che abbiano un buon contenuto in ferro ed eventualmente con integratori. I bambini da 1 a 3 anni dovrebbero assumere 7 mg/die attraverso l'alimentazione, che dovrebbe includere carni rosse, cereali fortificati, verdure e frutta contenenti vitamina C ed eventualmente integratori. L’AAP segnala tutti gli alimenti migliori da questo punto di vista. Ai prematuri lo studio riserva particolare attenzione, prendendo in esame più situazioni. Sempre secondo l’AAP, a un anno di età dovrebbe essere verificata l’eventuale anemia, determinando la concentrazione di emoglobina e valutando i fattori di rischio, tra cui il ceto sociale, un basso peso alla nascita, l’esposizione al piombo e l'allattamento al seno esclusivo oltre i 4 mesi. Se la concentrazione di emoglobina è meno di 11 mg/dL a12 mesi di età, è opportuno verificare le cause dell'anemia e il rapporto indica la procedura da seguire per una diagnosi corretta.

Secondo i dati del 2010 dell’Osservatorio Grana Padano, in Italia i bambini nella fascia di età 3-6 anni assumono in media 6,4 mg/die di ferro, valore che sale a 8,3 dai 7 ai 10 anni a 11,5 nella fascia 11-14 anni e a 13 nell’età 15-17 anni, con valori significativamente più bassi nelle femmine rispetto ai maschi a partire dai 6 anni. Commenta la Dott.ssa Maria Letizia Petroni, coordinatore scientifico dell’Osservatorio Grana Padano: “Il rischio di deficit di ferro è elevato non solo nei bimbi più piccoli – come suggerisce la AAP-  ma anche in quelli più grandicelli, come rilevano i dati dell’Osservatorio. L’apporto medio di ferro nei bambini e ragazzi è infatti sistematicamente inferiore ai valori raccomandati dai LARN (9 mg/die dai 4 ai 10 anni, e rispettivamente 12 mg/die e 18/mg/die nei maschi e nelle femmine), quindi vi è un elevato rischio non solo di anemia carenziale franca, ma anche di deficit subclinici di ferro che possono comunque causare ridotta capacità di attenzione e basso rendimento scolastico.

Fonte:

Diagnosis and prevention of iron deficiency and iron-deficiency anemia in infants and young children (0-3 years of age). Baker RD, Greer FR; Committee on Nutrition American Academy of Pediatrics. Pediatrics. 2010 Nov;126(5):1040-50. Epub 2010 Oct 5.