Perchè una nuova rivista sulla nutrizione
I Medici di Medicina Generale e
i Pediatri di Famiglia, coloro che quotidianamente si occupano della salute dei
cittadini, hanno le competenze necessarie, più di ogni altro medico, per educare
i pazienti alla prevenzione delle patologie. In particolare tutte le patologie
legate, in qualche modo, ad uno scorretto stile alimentare, necessitano di uno
strumento preciso, pratico e aggiornato che tratti questi argomenti con un
occhio teso all’utilità clinica di chi ogni giorno opera sul territorio. SIMG e
FIMP con OSC Media Scientific Publishing, nell’ambito delle iniziative sociali
sulla nutrizione sostenute dal Consorzio tutela Grana Padano, hanno promosso
questa nuova pubblicazione la cui missione è sintetizzata nel sottotitolo di
questo articolo. On Health si affianca ad altre iniziative come l’osservatorio
nazionale permanente sugli errori nutrizionali e gli strumenti educativi rivolti
a tutte le età, dalla nascita alla senescenza, la cui divulgazione è riservata
ai Pediatri di Famiglia e ai Medici di Medicina Generale. Secondo
l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la salute “è uno stato di completo
benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia o
infermità”. Dobbiamo partire dalla consapevolezza che, sempre secondo l’OMS, la
salute si promuove attraverso alcuni requisiti fondamentali che sono “la pace,
un tetto, l’istruzione, il cibo, il reddito, un eco-sistema stabile, la
continuità delle risorse, la giustizia e l’equità sociale”, la cui primaria
responsabilità compete evidentemente agli amministratori ed ai governi (Carta di
Ottawa, 1986). I Piani sanitari degli ultimi anni, nazionali e regionali,
illustrano politiche per la salute quando, rifacendosi a quegli enunciati,
raccomandano di prendersi cura della persona nella sua interezza, aiutandola a
conoscere, capire e scegliere il modo per migliorare la propria qualità di vita,
in qualunque condizione l’individuo si trovi: sia essa assenza di malattia,
presenza di patologia, condizione di disabilità. In quest’ottica, tutti siamo
responsabili della salute collettiva e tutti abbiamo il dovere di portare il
singolo individuo ad essere responsabile della consapevole gestione della
propria salute. I maggiori competenti sulla promozione della salute, in
particolare per quanto attiene la prevenzione delle malattie attraverso corretti
stili di vita (alimentazione, attività fisica, etc.), sono i professionisti che
operano nei sistemi sanitari. Per promuovere la salute e per programmare
appropriati interventi, dal punto di vista clinico e/o organizzativo, i sistemi
sani-tari ed i singoli attori del sistema devono poter disporre di strumenti per
comprendere i desideri, analizzare i bisogni ed offrire risposte appropriate, in
modo sempre più personalizzato e coerente con le attuali evidenze scientifiche.
La strategia d’analisi dei bisogni è quella di considerare i luoghi reali
(famiglia, scuola, lavoro, etc.) o ideali (contesti culturali, psico-sociali,
normativi, etc.) con cui si trovano ad interagire il singolo individuo e i
diversi target (per classi d’età, patologie specifiche, rischio identificato,
etc.). Da quest’analisi devono derivare le considerazioni sugli stili di vita
più appropriati per garantire la migliore qualità del vivere sia attraverso
iniziative di prevenzione collettiva (sanità pubblica), sia attraverso consigli
utili che il medico di fiducia potrà suggerire al proprio assistito. In
quest’ultimo ambito si pone l’obiettivo di questo periodico rivolto ai Medici di
Medicina Generale e ai Pediatri di Famiglia, coloro cioè che più di altri si
confrontano sui problemi di salute con i singoli individui - delle diverse età e
godono della loro fiducia. A questi professionisti le politiche per la salute
attribuiscono, sempre più negli ultimi anni, l’importante ruolo di decisori e
promotori della salute dei loro assistiti. Ad essi si chiede un continuo
aggiornamento ed impegno secondo metodiche basate sulla evidenza scientifica
tese a contrastare il quotidiano bombardamento di informazioni superficiali, o
disinformazioni, che investono ciascu-no di noi.
Parliamo dunque di salute, di come aiutare i nostri assistiti ad assumere corretti stili di vita, tali da migliorare la prevenzione delle malattie o la convivenza con esse. Malattie che nella società occidentale, affliggono oggi un elevato numero di persone, da quando i successi della scienza hanno drammaticamente superato i problemi che una volta erano costituiti dalle patologie ad eziologia infettiva. Fra gli stili di vita, quello alimentare interessa trasversalmente tutte le età - dalla nascita alla fine della vita - e tutte le condizioni, di benessere e di malattia - nei suoi diversi gradi di gravità e complessità – rivestendo una importanza non solo scientifica ma sottintendendo sempre una specifica componente culturale legata alle tradizioni locali, alle abitudini familiari, alle diverse condizioni socio-economiche, lavorative, etc. L’importanza attribuita al cibo, nella nostra società, è testimoniata dal gran parlare che se ne fa a tutti i livelli, dalla cena con amici (dove non manca mai il commento sui risvolti che quella momentanea gradevolezza avrà sul peso corporeo, sulla salute, sulla attività fisica …) ai quotidiani richiami che vengono fatti dai media alle diete, alle ricette, all’incremento ponderale, ai
, vari disturbi correlati. Purtroppo, in tante di queste affermazioni c’è poca scientificità e sempre più si avverte la necessità di certezze da comunicare ai nostri assistiti, meglio se allineate ai loro desideri.
Parliamo dunque di salute, di come aiutare i nostri assistiti ad assumere corretti stili di vita, tali da migliorare la prevenzione delle malattie o la convivenza con esse. Malattie che nella società occidentale, affliggono oggi un elevato numero di persone, da quando i successi della scienza hanno drammaticamente superato i problemi che una volta erano costituiti dalle patologie ad eziologia infettiva. Fra gli stili di vita, quello alimentare interessa trasversalmente tutte le età - dalla nascita alla fine della vita - e tutte le condizioni, di benessere e di malattia - nei suoi diversi gradi di gravità e complessità – rivestendo una importanza non solo scientifica ma sottintendendo sempre una specifica componente culturale legata alle tradizioni locali, alle abitudini familiari, alle diverse condizioni socio-economiche, lavorative, etc. L’importanza attribuita al cibo, nella nostra società, è testimoniata dal gran parlare che se ne fa a tutti i livelli, dalla cena con amici (dove non manca mai il commento sui risvolti che quella momentanea gradevolezza avrà sul peso corporeo, sulla salute, sulla attività fisica …) ai quotidiani richiami che vengono fatti dai media alle diete, alle ricette, all’incremento ponderale, ai
, vari disturbi correlati. Purtroppo, in tante di queste affermazioni c’è poca scientificità e sempre più si avverte la necessità di certezze da comunicare ai nostri assistiti, meglio se allineate ai loro desideri.
di Domenico Tiso