Cosa fare con i bambini che non dormono

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I benefici del sonno nei bambini

Il sonno è una parte fondamentale della giornata dei bambini e svolge un ruolo importantissimo nel favorire una salute psicologica e fisica ottimale per la corretta crescita. Dormire le giuste ore a notte, avere un ritmo sonno-veglia regolare e un buon andamento del riposo notturno sono, infatti, tutti fattori che incidono positivamente sul benessere di bambini e adolescenti.
Il sonno, in particolare, permette ai bambini di:

Motivi per cui i bambini non dormono

Non capita di rado che i bambini non vogliano dormire, che si risveglino anche più volte durante la notte con difficoltà a riaddormentarsi oppure che abbiano degli incubi o terrori notturni che impediscono loro di dormire le giuste ore.

  • Nei bambini piccoli (neonati e lattanti)
    Il diventare sempre più consapevoli di se stessi e del rapporto con i propri genitori può provocare uno stato di ansia passeggera che può rendere difficile l’addormentamento o può generare incubi. Tuttavia, un sonno agitato non è per forza un segnale negativo. A volte, infatti, i bambini piccoli possono avere difficoltà a dormire se sono molto eccitati (adrenalina) per le nuove attività e scoperte della giornata, il loro cervello continua ad essere “stimolato” anche di notte. Inoltre, la fase della dentizione è molto dolorosa per tanti bambini e la crescita di un nuovo dentino può disturbare il sonno del piccolo che, per la prima volta, avverte un corpo estraneo nella bocca. In generale, quindi, nei neonati e nei lattanti il sonno frammentato è un fenomeno del tutto normale, che può dipendere da bisogni essenziali come la fame, la sete, il dolore fisico (es. dentizione, piccole coliche, ecc.) oppure anche dalla richiesta di contatto umano e rassicurazione da parte del genitore.
  • Nei bambini di 3-5 anni
    Accade spesso che i bambini di questa età, dopo essere stati messi a letto dalla mamma o dal papà, si sveglino e richiamino subito il genitore perché hanno paura del buio. Non preoccupatevi, è una fase del tutto normale nello sviluppo dei bambini che, in moltissimi casi, è dovuta alla maggior consapevolezza di diventare sempre un po’ più autonomi (la mamma e il papà lasciano il bimbo da solo per dormire). Andare nel proprio letto e addormentarsi può rappresentare per il bambino un “distacco” dai genitori e questo può spaventarlo, soprattutto durante il riposo notturno. Il compito dei genitori, in questi casi, è aiutare il proprio figlio a superare questi momenti, a crescere e ad acquisire sempre più indipendenza standogli vicino e facendogli capire che non succede nulla se rimane a dormire per qualche ora nel suo lettino da solo.
  • Nei bambini di 6-10 anni
    I bambini più grandicelli spesso mettono in atto una resistenza attiva al sonno, cioè un vero e proprio atteggiamento di ribellione, di sfida quasi, nei confronti dei genitori. Se il bambino, infatti, ha trascorso una giornata ricca di intense attività, se il tempo che trascorre con i genitori è riservato alle sole ore serali oppure se ha preoccupazioni o ansietà per la giornata scolastica che lo attende, può rifiutarsi di dormire. In questo caso è bene che i genitori non cedano alle provocazioni, ma spieghino al proprio figlio o figlia perché ha bisogno di dormire e cosa succede se non lo fa, ascoltandolo/la e rassicurandolo/la.
  • Negli adolescenti
    La combinazione di alcuni fattori interni, come l’elevata “tempesta ormonale” tipica di questa fase di crescita, e di fattori esterni, come le relazioni sociali, con amici, compagni di classe o di sport, gli interessi, le uscite fuori, ecc., possono alterare il ritmo sonno-veglia dei ragazzi, che tenderanno ad addormentarsi tardi la sera e, di conseguenza, svegliarsi tardi al mattino. È bene non sottovalutare questo atteggiamento poiché, talvolta, può sfociare in una vera e propria insonnia: leggi questo articolo per sapere come combatterla.

Cosa fare quando i bimbi non vogliono dormire?

Gestire i capricci e i pianti dei bambini che non ne vogliono sapere di dormire non è facile, ma potete aiutarvi seguendo questi 2 consigli.

  1. Create un rituale della buonanotte.
    Ad esempio: il bimbo deve lavarsi i denti, coricarsi con il suo peluche preferito e ascoltare la storia della buonanotte. I giocattoli che i bimbi usano per dormire sono oggetti significativi che danno loro sicurezza, rassicurazione nel momento in cui devono distaccarsi dai genitori per dormire. In un certo senso, devono essere pronti a “perdere il controllo”. La stessa funzione di rassicurazione ricopre la storia della buonanotte, la ninna nanna, la lettura di un libro, il bacio della mamma o del papà che rimbocca le coperte.
     
  2. Curate l’igiene del sonno, ma anche l’alimentazione del bambino, poiché alcuni cibi apportano nutrienti benefici per il ciclo sonno-veglia e possono rappresentare un prezioso aiuto naturale.
    Calcio, magnesio e vitamine del gruppo B favoriscono il rilassamento dell’organismo, ma l’aminoacido triptofano, in particolare, favorisce la produzione di melatonina, un ormone che regolarizza il ciclo circadiano (orologio biologico). Gli alimenti che contengono tutti questi buoni nutrienti sono, ad esempio, il latte e i suoi derivati, come Grana Padano DOP. Questo formaggio è un concentrato di latte, apporta la maggiore quantità di calcio tra i formaggi comunemente più consumati, un minerale indispensabile per lo sviluppo di bambini e ragazzi, inoltre contiene proteine ad alto valore biologico (tra cui il triptofano), è ricco di vitamine come la A, quelle del gruppo B (B2 e B12) e minerali importanti per le difese immunitarie e l’attività cerebrale dei bambini, quali zinco, selenio e magnesio. Quindi, bere un piccolo bicchiere di latte caldo un paio d’ore prima di andare a letto oppure consumare Grana Padano DOP grattugiato (anche al posto del sale) nelle pappe, nei primi piatti o nei passati di verdure può aiutare i bambini e gli adolescenti ad essere più rilassati, più inclini a dormire, ottenendo un buon sonno ristoratore.

Cosa evitare prima di andare a dormire

Se avete figli che faticano ad addormentarsi e fanno i capricci quando è ora di andare a letto, potete mettere in atto alcune strategie per risolvere il problema. Bisogna creare il più possibile l’ambiente e le condizioni che proteggano e garantiscano il sonno dei bambini. È estremamente importante curare l’igiene del sonno e creare una sana routine prima di andare a letto.

I fattori che possono disturbare il sonno di bimbi e ragazzi – pertanto da evitare - sono:

  • Giochi e attività che richiedono eccitamento psicofisico, come la lotta, giochi in cui bisogna correre, giocare a pallone, in cui si crea competizione, ecc. Tutte le attività che “attivano troppo” il cervello, anziché riposarlo. Meglio, quindi, non svolgerle dopo le 17:00.
  • L’uso di TV, videogiochi, smartphone e tablet, in quanto questi dispositivi creano stimoli cerebrali eccessivi che disturbano il sonno in qualità e durata. Inoltre, le luci blu emesse da questi dispositivi elettronici possono inibire il rilascio di melatonina (ormone del sonno) e quindi rendere più difficile l’addormentamento.
  • Ambienti rumorosi e luminosi, che possono impedire un buon riposo. Meglio preferire una stanza il più possibile buia e silenziosa. Per i bambini che hanno paura del buio, è possibile mettere una piccola lucina in cameretta, che li farà sentire più sicuri anche nell’addormentarsi.
  • Bere troppi liquidi prima di andare a letto, in quanto il bambino potrebbe svegliarsi nella notte per il bisogno di andare al bagno e poi avere difficoltà a riaddormentarsi. Evitare le bibite, come la cola o a base di tè, che contengono caffeina, teina o altri eccitanti, anche nella versione senza zucchero. Ricordiamo che anche se bevute la mattina, l’effetto eccitante può persistere fino alla sera e alla notte.


Collaborazione scientifica

Dr.ssa Valeria Papacciuoli,
medico specialista in Pediatria

Bibliografia
Avvertenze

Tutte le raccomandazioni e i consigli presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo educativo ed informativo e si riferiscono al tema trattato in generale, pertanto, non possono essere considerati come consigli o prescrizioni adatte al singolo individuo, il cui quadro clinico e condizioni di salute possono richiedere un differente regime alimentare. Le informazioni, raccomandazioni e i consigli sopracitati non vogliono essere una prescrizione medica o dietetica, pertanto il lettore non deve, in alcun modo, considerarli come sostitutivi delle prescrizioni o dei consigli dispensati dal proprio medico curante.