La qualità della dieta si legge nelle urine

I livelli di potassio nelle urine rappresentano un ottimo indicatore delle abitudini alimentari. Lo sostengono Alexander Logan dell'Università di Toronto, in Canada, e i suoi colleghi, sulla base dei risultati del loro studio recentemente pubblicato sul Journal of Nutrition.
Dopo aver valutato i campioni di urine raccolti nel corso di 24 ore su 220 persone tra i 18 e i 50 anni con diagnosi di calcoli renali, i ricercatori canadesi sono giunti alla conclusione che la quantità di potassio urinario rispecchia in modo piuttosto preciso le abitudini alimentari del paziente, mentre i valori relativi al sodio, al contrario, non forniscono informazioni utili in questo senso.
In particolare, alti livelli di potassio indicano un buon consumo di cibi “raccomandati” per una corretta alimentazione come frutta, verdura o cereali integrali, mentre livelli bassi corrispondono a una dieta ricca di carne rossa, zuccheri e bevande molto caloriche.
Un'ulteriore conferma del legame tra potassio urinario e alimentazione è data dal fatto che le persone con alto contenuto di questo elemento nelle urine hanno mostrato, in genere, valori inferiori di pressione diastolica e di indice di massa corporea.
I risultati del lavoro di Logan e colleghi possono rivelarsi molto utili per il medico che deve valutare la qualità dell'alimentazione dei propri pazienti. Si tratta infatti di una misurazione oggettiva, sicuramente più precisa rispetto alle informazioni che la persona può fornire in base alle domande del medico. “Valutare un regime alimentare solo con domande dirette non è affatto semplice” afferma Logan “in questo modo si può arrivare al massimo a un quadro generale non molto preciso del consumo di frutta, verdura e altri alimenti”.
I passi successivi nelle intenzioni degli autori dello studio sono quelli di confermare i dati anche in altri gruppi di pazienti, per esempio nelle persone con sindrome del colon irritabile, che generalmente non seguono un'alimentazione completa e bilanciata, e semplificare il test in modo che si possano ottenere informazioni anche da un singolo campione di urine.
Infatti “raccogliere le urine nel corso delle 24 ore è una procedura difficilmente attuabile per molti pazienti e potrebbe rappresentare un ostacolo alla diffusione del test delle urine nella valutazione delle abitudini alimentari” afferma Jeannie Gazzaniga-Moloo, portavoce della American Dietetic Association.


Fonte:
Mente A, Irvine EJ, Honey RJ, Logan AG Urinary potassium is a clinically useful test to detect a poor quality diet. J Nutr. 2009 Apr;139(4):743-9. Epub 2009 Feb 11.