Nel cibo dei fast-food si annida anche il fosforo

Due studi recenti sui fast-food segnalano altrettanti ulteriori motivi di preoccupazione: il primo studio, presentato in una Conferenza Internazionale sull'ictus che si è svolta a San Diego in febbraio e non ancora pubblicato, rileva un'associazione statistica interessante tra rischio di ictus cerebrovascolari e abbondanza di fast-food nel quartiere di residenza; il secondo - pubblicato su JAMA - individua l'uso di additivi a base di fosforo, non sempre segnalati, negli alimenti serviti in molti di questi ristoranti.
La relazione con l'aumento di rischio vascolare è stata osservata dal neurologo Lewis Morgenstern, della Scuola di Salute Pubblica dell'Università del Michigan, incrociando la collocazione dei 262 punti vendita delle principali catene di fast food presenti in una contea del Texas con i dati sui 1.247 ictus ischemici registrati nella stessa contea tra il 2000 e il 2003. Dividendo la contea in quattro aree in base alla presenza di fast-food, è risultato che questo tipo di ictus si verifica con una frequenza del 13% superiore nella zona a maggiore densità di questi punti di ristoro, rispetto a quella in cui essi sono più rari. Anche se non dimostra una relazione, questo dato è stato giudicato interessante e meritevole di approfondimento da un portavoce della American Stroke Association.
Lo studio del JAMA segnala invece che le raccomandazioni rivolte ai pazienti nefropatici in merito all'evitare cibi ad alto contenuto di fosforo sono poco efficaci, anche perché spesso i processi produttivi adottati nell'industria alimentare e nelle catene di fast food prevedono l'uso non dichiarato di additivi contenenti sali fosfati, per esaltare i sapori e prolungare la durata degli alimenti precotti.
Per questo motivo i nefrologi autori dello studio, diretti da Ashwini R. Sehgal del MetroHealth Medical Center di Cleveland, raccomandano da un lato di fornire ai malati nefropatici un elenco dettagliato degli additivi da cercare nelle etichette dei cibi, e dall'altro di rendere obbligatoria in etichetta l'indicazione sulla presenza di fosforo.


Fonte:
Catherine Sullivan, Srilekha S. Sayre, Janeen B. Leon, Rhoderick Machekano, Thomas E. Love, David Porter, Marquisha Marbury, Ashwini R. Sehgal, MD, Effect of Food Additives on Hyperphosphatemia Among Patients With End-stage Renal Disease, JAMA 2009;301(6):629-635

Realizzato con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali D.M. 25961 del 27/12/2007