Celiachia nei bambini, questione più genetica che di nutrizione

Né il momento dell’introduzione del glutine, né l'allattamento al seno hanno un impatto sulla possibilità di sviluppare la celiachia tra i bambini a rischio. Tuttavia, l'introduzione tarda del glutine è associata a uno sviluppo successivo della malattia. È quanto ha individuato un team di ricerca italiano, che ha pubblicato lo studio sul New England Journal of Medicine. Secondo il team, la presenza di un determinato genotipo è un importante elemento predittivo della malattia celiaca.
Lo scopo dello studio era chiarire il rapporto tra alimentazione del bambino, e la sua variazione nel tempo, e lo sviluppo della malattia. In particolare, si voleva indagare l'ipotesi di una finestra temporale tra i 4 e i 7 mesi di età, in cui sarebbe possibile introdurre senza rischi il glutine. Da questa ricerca sembra che il momento dell'introduzione non abbia tanta importanza.
Nello studio sono stati seguiti oltre 700 neonati che avevano un parente di primo grado con celiachia. I bambini sono stati assegnati a un gruppo A, in cui il glutine era introdotto a 6 mesi, oppure a un gruppo B, in cui l'introduzione avveniva a 12 mesi.
A 15 mesi veniva effettuato uno screening genetico e la ricerca degli anticorpi nel sangue a  15, 24 e 36 mesi, e a 5, 8 e 10 anni. Nei casi di test sierologico positivo si procedeva con una biopsia intestinale.
È emerso che ai cinque anni di età non c'erano grandi differenze tra i due gruppi.  È vero che ai due anni di età i bambini con autoimmunità  (16% contro 7%, P=0.002) e malattia celiaca (12% contro 5%, P=0.01) erano di più nel gruppo A che in quello B. Tuttavia, a cinque anni di età non c'erano più differenze significative tra i due gruppi per l'autoimmunità (21% nel gruppo A e 20% nel gruppo B, P=0.59) o per la malattia (16% e 16%, P=0.78 per il test dei ranghi logaritmici). A 10 anni di età , il rischio di autoimmunità era più alto tra i bambini con il genotipo ad alto rischio che tra quelli con genotipo standard (38% contro 19%, P=0.001), e così pure il rischio di celiachia (26% contro 16%, P=0.05). L'allattamento al seno non aveva alcun legame, né positivo, né negativo, con lo sviluppo della malattia.

Fonte:
Introduction of gluten, HLA status, and the risk of celiac disease in children. Lionetti E, Castellaneta S, Francavilla R, Pulvirenti A, Tonutti E, Amarri S, Barbato M, Barbera C, Barera G, Bellantoni A, Castellano E, Guariso G, Limongelli MG, Pellegrino S, Polloni C, Ughi C, Zuin G, Fasano A, Catassi C; SIGENP (Italian Society of Pediatric Gastroenterology, Hepatology, and Nutrition) Working Group on Weaning and CD Risk. N Engl J Med. 2014 Oct 2;371(14):1295-303. doi: 10.1056/NEJMoa1400697.