Il pranzo al nido: aspetti pedagogici e nutrizionali

Il momento del pranzo costituisce uno degli aspetti più significativi della vita al nido non solo per la salute e il benessere del bambino, ma anche perché, da un punto di vista educativo, è parte fondamentale del progetto pedagogico. Nella consapevolezza di quanto questo sia importante, il momento del pasto è

oggetto di riflessione costante da parte di tutto il personale del nido così da renderlo sempre più rispondente ai bisogni dei bambini. Nel corso degli anni è stata raggiunta una sempre maggior consapevolezza di come il pranzo al nido sia un momento importante di relazione e di socializzazione tra adulti e bambini e tra i bambini stessi.
Sono stati quindi predisposti “ambienti” sereni, la modalità di comunicazione è priva di ansia e di fretta, per sostenere queste relazioni attraverso strategie educative quali:

> piccoli gruppi di bambini con l’educatore di riferimento
> compresenza di tutto il personale (educatori, operatori, cuoco)
> cura nell’allestire la tavola e cura nel modo di presentare il cibo
> rituali che rassicurano il bambino aiutandolo a strutturare il tempo e a prevedere l’esperienza.

Per i piccolissimi, l’alimentazione è soprattutto un momento di intimità tra adulto e bambino dove diventa importantissimo rispettare i suoi tempi, i ritmi, i cambiamenti che avvengono di giorno in giorno, soprattutto nella fase delicata dello svezzamento che spesso coincide con l’ingresso del bambino al nido. È quindi indispensabile che non solo ci sia una grande collaborazione tra l’operatore cuciniere e l’educatore, ma anche un rapporto costante basato sulla fiducia reciproca tra genitore – educatore – cuoco. Per i bambini più grandi l’alimentazione al nido è una grande opportunità di sperimentare il loro desiderio di autonomia, le loro competenze, il loro “saper fare” e pertanto di affermare la propria personalità. Imparare a mangiare da soli, prima con le mani, poi superata la fase importantissima del “pasticciamento”, usando progressivamente gli “strumenti” (cucchiaio, forchetta, bicchiere, ecc.) è una conquista importante che rafforza l’identità personale del bambino. È necessario quindi non mettere fretta al bambino, rispettare i suoi gusti e la sua capacità di autoregolarsi, ma anche gradualmente insegnargli senza forzature a rispettare alcune regole che il mangiare insieme comporta. Un aspetto importante del cibo è quello “conoscitivo”, per altro inseparabile da quello affettivo. Il cibo, a cominciare dallo svezzamento, è “scoperta” di colori, sapori, odori, consistenze nuove e contemporaneamente è gioco, curiosità e soprattutto piacere. Questo però non vuol dire che a volte possa essere anche “timore”, rifiuto di ciò che non si conosce, un sapore nuovo o un cibo presentato in maniera diversa. Anche per questo motivo è necessaria una buona collaborazione tra chi prepara il cibo, l’operatore cuciniere, e chi lo offre, l’educatore. Ci sembra importante pertanto, sia da parte del nido che del genitore, non solo preoccuparsi della quantità del cibo ma anche far si che fin dall’inizio dello svezzamento il bambino possa avere un buon rapporto con il cibo, per costruire le basi della sua salute e del suo benessere.
L’alimentazione riveste un ruolo importante nella vita di ognuno e deve essere particolarmente attenta quando si rivolge a bambini piccoli come gli ospiti dell’asilo nido.
Fin dalla nascita è importante abituare il piccolo a mangiare in modo nutrizionalmente corretto, promovendo l’allattamento al seno, ma anche dopo è bene non trascurare né gli aspetti nutrizionali né quelli qualitativi. Soprattutto all’interno di una struttura, come l’asilo nido, che riveste anche un ruolo educativo, tali aspetti devono essere particolarmente curati così come non devono essere trascurati i criteri igienici atti ad assicurare un pasto “sicuro”. Mangiare è anche un piacere e tale ulteriore aspetto non può essere trascurato nella preparazione dei pasti che dovranno stimolare la voglia di mangiare e educare il gusto. Questo giustifica la cura particolare che necessita la presentazione dei piatti e l’esigenza di fornire alimenti che con il loro aspetto, odore, consistenza risveglino l’appetito ed invoglino a scoprire sapori nuovi.
Tutto ciò deve essere attuato senza dimenticare che il bambino sviluppa gradualmente le sue capacità digestive e che il momento dell’introduzione di nuovi cibi (svezzamento) è particolarmente delicato: ogni bambino ha tempi e modi diversi nell’accettare cambiamenti nella sua alimentazione. Infine, il pasto è anche un momento di relazione e comunicazione per cui oltre agli aspetti nutrizionali, igienici, qualitativi devono essere adeguati anche i localipiccoli a mangiare, le modalità di somministrazione del cibo, ecc. Niente può essere trascurato al fine di creare un buon rapporto tra il bambino e l’alimentazione.

Lo scopo di preparare dei pasti nutrizionalmente corretti si è proceduto nel seguente modo. Sono state prese in visione le tabelle dietetiche, i menu e i capitolati in uso. Per la formulazione delle tabelle dietetiche sono state seguite le indicazioni dei LARN (livelli di assunzione raccomandati per la popolazione italiana) edizione 1996 edite dall’Istituto Nazionale della Nutrizione. Sono state formulate tre tabelle dietetiche e i relativi menù per i bambini al di sotto del primo anno di vita (6-9 mesi e 9-12 mesi) e per la fascia di età 1- 3 anni seguendo le indicazioni del pediatra. La differenza di grammature tra 1-2 anni e 2-3 anni è minima ed è stata adottata quindi un’unica tabella (scegliendo quella superiore ottenuta dalla media dei vari range di riferimento) considerando che le quantità di alcuni alimenti sono molto ridotte e che facilmente si possono perdere alcune razioni sia durante le preparazioni che durante il loro consumo (scarto pedagogico). Le grammature sono indispensabili per predisporre il servizio di refezione e servono di riferimento per una corretta alimentazione dal punto di vista quantitativo; ma bisogna ricordare che ogni bambino deve soddisfare le proprie sensazioni di fame e sazietà, senza essere costretto a delle quantità vincolanti. Il menù proposto, differenziato in 4 settimane invernali e 4 settimane estive, è ispirato al modello mediterraneo, in cui vengono privilegiati i cereali, i legumi, la verdura e la frutta integrandoli con alimenti proteici come carne, pesce, uova e formaggi. Il menù prevede alcuni piatti unici, per esempio alcuni cereali combinati con legumi o con piccole quantità di alimenti di origine animale (ravioli di ricotta e spinaci, pizza, sformati di verdura, ecc.). Questi piatti sono comunque sempre accompagnati da pane, verdura e frutta e costituiscono un pasto equilibrato e completo.

Per il secondo piatto viene adottata una rotazione settimanale di pietanze tale da coprire i fabbisogni dei bambini per tutti i nutrienti con particolare riferimento ad alcuni micro-nutrienti come calcio e ferro. Nella cura per ottenere un pasto “sicuro” si inquadra la decisione di non utilizzare materie prime che contengono O.G.M. (Organismi Geneticamente Modificati) e di privilegiare quelli derivati da coltivazione biologica (Legge 488 del 23.12.1999 art. 59; sviluppo dell’agricoltura biologica e di qualità; disposizione della formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – Legge Finanziaria 2000). In considerazione delle difficoltà di approvvigionamento vengono utilizzati i seguenti prodotti biologici: latte, burro, yogurt, stracchino, mozzarella, basi per pizza, pane, pasta, farina gialla istantanea, orzo per minestra, orzo solubile, uova fresche, uova pastorizzate, riso, pomodori pelati, pollo, tacchino.

La maggior parte dei pediatri nutrizionisti ritiene che è opportuno iniziare lo svezzamento non prima del 4° mese e non oltre il 6° mese perchè il fabbisigno di energia, zinco, ferro e vitamine non viene più coperto dal latte e potrebbero esserci ripercussioni sull’accrescimento o manifestarsi carenze di nutrienti specifici.

Lo svezzamento non è altro che una modifica lenta e graduale dell’alimentazione, che di solito termina al compimento del primo anno. I diversi alimenti devono essere introdotti con gradualità. Bisogna rispettare determinate tappe nel-l’introduzione dei nuovi cibi e man mano che il tempo passa, si dovranno modificare anche i procedimenti di cottura e il: modo di proporre i cibi ai bambini. Dalla “pappa unica” (dove tutti i componenti
sono mescolati insieme) si potrà passare
ad alcuni cibi a pezzettini (iniziando con verdura, formaggio, pesce…) fino ad arri-vare al pasto a più portate.

Il brodo vegetale si prepara utilizzando verdure fresche di stagione. Si ottiene facendo bollire in acqua non salata, per circa 1 ora a fuoco lento, le verdure che devono essere ben lavate e tagliate a pezzi. In questo brodo si aggiungono le creme di cereali (riso, mais, avena, segale, cerea
li misti) abituando con gradualità il bambino ad una consistenza maggiore e passando dalle creme ai semolini, ai fiocchi e infine alla pastina o al riso ben cotto. Dopo la preparazione della pappa si aggiunge formaggio grana e olio extra vergine d’oliva ed infine 2 - 3 cucchiaini di verdura passata, la stessa utilizzata per ottenere il brodo vegetale.

di Antonina Chiccoli, Carlotta Benvenuti e Alessandra Zocchi