Le persone affette da malattia di Parkinson dovrebbero seguire una dieta particolare, con una ridistribuzione delle proteine. L'apporto proteico dovrebbe concentrarsi nel pasto serale, in modo da non interferire con l'assunzione del farmaco principale che è la levodopa.
Queste sono alcune delle indicazioni contenute in un articolo pubblicato su Clinical Nutrition.
Lo studio ha esaminato l'alimentazione di 600 persone affette dalla malattia e 600 soggetti di controllo. Sono stati raccolti i dati tramite un questionario utilizzando un software gratuito “OGP on line” messo a disposizione gratuitamente dell'Osservatorio Grana Padano.
Pazienti e controlli sono stati reclutati presso il Centro Parkinson dell'Asst G. Pini-CTO, di Milano. È emerso che le persone affette da malattia di Parkinson avevano un Bmi inferiore al gruppo di controllo, anche se consumavano una dieta più calorica. Inoltre, le persone malate da più tempo, più gravemente e con più complicanze motorie dovute alla levodopa, avevano un Bmi più basso.
Rispetto all'apporto proteico, si è visto che un aumento dell'apporto proteico di 10 grammi oltre il fabbisogno fisiologico corrispondeva a un aumento del dosaggio di levodopa di 0,7 mg/kg al giorno. I pazienti che seguivano un'alimentazione con un apporto proteico più basso nella prima parte della giornata, prima colazione e pranzo, avevano bisogno di un dosaggio di levodopa più basso.
Il dosaggio più alto di levodopa era associato a stipsi, comune nelle persone affette da Parkinson. Per questo motivo viene in genere consigliata un'alimentazione con un buon apporto di fibre e acqua. Secondo i ricercatori, limitare il consumo delle proteine al pasto serale aiuta a limitare le fluttuazioni motorie dovute alla levodopa e migliora la qualità della vita dei malati. Inoltre,
il software OGP si è dimostrato un ottimo strumento e di facile utilizzo per studiare le abitudini alimentari.
Fonte:
Barichella, Michela, et al. "Dietary habits and neurological features of Parkinson's disease patients: Implications for practice." Clinical Nutrition (2016).