Non bastano il marchio famoso o il prezzo basso per vendere un prodotto
alimentare. Oggi i consumatori sono molto più attenti anche agli aspetti
relativi alla salute e per questo motivo chiedono di poter conoscere le
caratteristiche nutrizionali di ciò che stanno per portare in tavola. Da questo
punto di vista le etichette applicate alle confezioni sono indispensabili perché
forniscono ai consumatori informazioni importanti senza intaccare la loro
possibilità di scegliere.
Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista
Food Quality and Preference da Azucena Gracia e colleghi ha messo in luce che di
fronte a un prodotto alimentare con un’etichetta completa (che riporta per
esteso i valori nutrizionali) e al medesimo prodotto in una confezione con una
sola diretta informazione legata alla nutrizione, ovvero la scritta “light”, i
consumatori scelgono l’etichetta più completa.
Questo almeno per quanto
riguarda i 400 spagnoli coinvolti nello studio che, pur tenendo in grande
considerazione la marca nell’acquisto dei prodotti alimentari, danno un peso
notevole anche agli aspetti legati a una alimentazione più sana e non si
accontentano di informazioni troppo “compatte”.
L’utilizzo da parte delle
famiglie delle informazioni descritte nelle etichette non è però facilmente
generalizzabile: le scelte alimentari si basano su criteri diversi a seconda del
prodotto in questione, del Paese in cui si vive, dello stile di vita e della
composizione del nucleo familiare.
Un altro studio pubblicato su Food Quality
and Preference e condotto su 12 famiglie danesi con bambini tra i 9 e i 13 anni
ha infatti dimostrato che, almeno in linea teorica, le scelte alimentari sono
fondate anche sulla qualità dei cibi e sul loro beneficio per la salute, anche
se spesso altri criteri di scelta prendono il sopravvento.
La situazione è
particolarmente evidente se nella famiglia ci sono bambini. “I più giovani in
genere si basano più sul gusto che sulle proprietà nutrizionali dell’alimento
quando scelgono cosa mangiare” spiegano gli autori “e spesso i genitori sono
costretti ad adeguarsi, dal momento che difficilmente i bambini sono disposti a
mangiare una pietanza non di loro gradimento solo perché fa bene alla
salute”.
I bambini sono dunque determinanti nelle scelte alimentari di una
famiglia anche se solo per via indiretta: dallo studio di Maria Kümpel Nørgaard
e colleghi emerge infatti che difficilmente i più piccoli leggono le etichette e
spesso preferiscono chiedere informazioni ai genitori.
Il problema si pone
quando anche i genitori non leggono correttamente le etichette o le leggono solo
in parte. Spesso accade infatti che l’attenzione di consumatori sia rivolta solo
a poche informazioni che più facilmente vengono collegate a una alimentazione
sana, come per esempio “basso contenuto di grassi” o “poche calorie”. In altri
casi, invece, le informazioni sono considerate troppo complicate e si preferisce
quindi non perdere tempo, scegliendo prodotti con etichette più semplici e
magari graficamente più chiare e attraenti. Non bisogna infine dimenticare che
nella maggior parte dei casi i genitori fanno la spesa al ritorno dal lavoro,
senza una reale programmazione dell’acquisto, e di conseguenza le scelte non
sono sempre ragionate, ma si possono basare anche sulla fretta o sulla
comodità.
Sì dunque all’etichetta completa, ma arrivando a un giusto
compromesso: niente tecnicismi che risulterebbero incomprensibili ai più, ma
nemmeno slogan troppo semplici che, al contrario, non soddisferebbero la
curiosità e le necessità di chi
compra.
Fonte:
Azucena Gracia, Maria L. Loureiro,
Rodolfo M. Nayga J Consumers’ valuation of nutritional information: A choice
experiment study Food Quality and Preference, Volume 20, Issue 7, October 2009,
Pages 463-471