Un nuovo studio americano pubblicato sul Journal of Pediatrics segnala che i
bambini che consumano ogni giorno almeno due porzioni di derivati del latte
presentano in adolescenza, in media, ossa più sane e robuste dei coetanei che
hanno seguito un regime alimentare diverso.
L’indagine, diretta
dall’epidemiologa Lynn Moore della Facoltà di Medicina dell’Università di
Boston, è partita dall’attuale mancanza di certezze sui reali effetti a lungo
termine sulle ossa dei supplementi a base di calcio e del maggior consumo di
latte e latticini. Moore e colleghi spiegano che i risultati, tendenzialmente
positivi, sono stati ottenuti grazie a studi con periodi diversi di follow-up.
Alcuni ricercatori avevano in passato ipotizzato che i benefici osservati nei
primi tempi nel gruppo di bambini e ragazzi che avevano ricevuto supplementi a
base di calcio, avrebbero potuto diluirsi nel tempo, arrivando addirittura a
suggerire che alla lunga il gruppo di controllo avrebbe potuto avere una massa
ossea in tutto e per tutto paragonabile.
“L’effetto dei derivati del latte
sulla salute ossea di bambini e adolescenti è stato studiato meno rispetto ai
supplementi di calcio” scrivono gli epidemiologi “ma molti studi prospettici e
trial clinici hanno osservato che l’apporto di latticini è correlato
positivamente con la massa ossea”.
Partendo da questo presupposto, i
ricercatori hanno analizzato in dettaglio le abitudini alimentari di 106 bambini
per 12 anni a partire dai 3 anni di età, grazie a dettagliati diari alimentari
compilati scrupolosamente dalle loro famiglie per alcuni giorni ogni anno (nel
corso del Framingham Children’s Study).
Una volta corretti per taglia
corporea, grado di attività fisica e altri fattori, i risultati hanno indicato
negli adolescenti amanti dei derivati del latte (che ne mangiavano almeno due
porzioni al giorno) un contenuto minerale osseo di 175 grammi superiore a quello
dei coetanei.
Fonte:
Lynn L. Moore, M. Loring
Bradlee, Di Gao, Martha R. Singer Effects of Average Childhood Dairy Intake on
Adolescent Bone Health, J Pediatrics 2008;153:667-73
Realizzato con
il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e
Forestali
D.M. 25961 del 27/12/2007