Non è poi così scontato che i genitori obesi abbiano figli obesi. Ad attenuare –
seppur con riserva – l’influenza che i papà, e soprattutto le mamme, con qualche
chilo di troppo potrebbero avere sul peso dei loro figli , è stato un gruppo di
ricercatori britannici, grazie a uno studio retrospettivo i cui risultati sono
ora pubblicati su Plos Medicine.
Il team di ricercatori, diretto da Debbie
Lawlor dell'Università di Bristol, è partito dall’ipotesi secondo la quale se
una donna è in sovrappeso in gravidanza, gli alti livelli di zucchero e acidi
grassi nel suo sangue possono influire negativamente sul feto, rendendolo più
suscettibile ad avere un metabolismo più lento e, in seguito, un cattivo
controllo dell'appetito.
Analizzando il Dna di 4.091 coppie genitoriali e dei
loro figli nati tra il 1991 e il 1992 e prendendo in considerazione i dati
relativi a peso, altezza e indice di massa corporea, oltre che i vari fattori
quali abitudine al fumo, titolo di studio dei genitori, hanno scoperto che in
effetti, se un bambino è in sovrappeso a 9-11 anni, molto probabilmente lo è
anche la mamma. L’associazione con il peso paterno è un po’ meno forte, tuttavia
andando a valutare la differenza tra madre e padre si vede che questa non è poi
così grande da giustificare l’epidemia di obesità a cui stiamo assistendo.
Anche analizzando il gene Fto, che sembra predisporre al diabete di tipo 2
le persone in sovrappeso, i ricercatori non hanno trovato evidenze statistiche
che correlino il genotipo materno a eventuali differenze nel peso dei figli.
Sulla base di questi dati Lawlor e colleghi concludono che la maggiore influenza
materna nel determinare il peso del bambino potrebbe essere addebitata al ruolo
preponderante che la donna ha nella gestione dell’alimentazione: “Allo stato
attuale è difficile dire quali siano gli esatti meccanismi che sostengono la
sovra-alimentazione e, nell’ipotesi che tali meccanismi esistano davvero, in
quale momento questi esercitino il loro massimo effetto. Quel che è certo è che
una simile ipotesi potrebbe spiegare un più lento e progressivo aumento
dell’obesità rispetto a quanto stiamo assistendo negli ultimi 100 anni” hanno
commentato i ricercatori inglesi.
Le loro conclusioni quindi scagionano le
madri almeno per ora, ma soprattutto fanno pensare che se l’obesità non è
necessariamente condannata ad aumentare di generazione in generazione. I vari
interventi per modificare gli stili di vita possono davvero rallentare, o
addirittura invertire, la tendenza di questa epidemia di
obesità.
Fonte: Lawlor DA, et al.
Exploring the developmental overnutrition hypothesis using parental-offspring
associations and FTO as an instrumental variable. PLoS Medicine 2008; 5: DOI:
10.1371/journal.pmed.0050033.
Realizzato con il contributo del
Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali
D.M. 25961 del
27/12/2007