Anche se si è geneticamente predisposti all’obesità, uno stile di vita attivo
può limitare l’eccessivo aumento di peso. È quanto risulta da uno studio
condotto sui ragazzi portatori di una variante del gene FTO collegata a un alto
BMI. Mentre i ragazzi sedentari avevano un peso eccessivo, quelli attivi avevano
limitato l’effetto del gene, scrive il team di Jonatan Ruiz, del Karolinska
Institute di Stoccolma, sulla rivista Archives of Pediatrics & Adolescent
Medicine.
L’obiettivo dello studio era capire quanto l’attività fisica negli
adolescenti modificasse l’impatto della variante del gene FTO, che porta a un
aumento di grasso. Lo studio è stato condotto in Grecia, Germania, Belgio,
Francia, Ungheria, Italia, Svezia, Austria e Spagna. Dal 2006 al 2007 sono stati
reclutati 752 adolescenti con la variante genetica. La variante era posseduta in
una copia dal 47% dei giovani, in due dal 16% mentre il 37% non aveva questa
variante.
Si è analizzato il livello di attività fisica, insieme a parametri
come altezza, peso, circonferenza addominale, plica cutanea dei tricipiti e
sottoscapolare, BMI. La variante era associata a un aumento di BMI, una maggiore
percentuale di grasso corporeo e una maggiore circonferenza addominale.
Tuttavia, l’attività fisica, ovvero almeno un’ora di moderata o vigorosa
attività al giorno, diminuiva molto l’effetto del gene. In particolare, per ogni
copia dell’allele, chi era sedentario aveva un aumento della circonferenza di
1,15 cm, contro i 0,6 cm dei ragazzi che si muovevano di più.
Gli autori
hanno quindi concluso che l’attività fisica può limitare la predisposizione
genetica al sovrappeso e all’obesità. Tuttavia, c’è anche da notare che quasi il
60% dei ragazzi coinvolti nella ricerca non raggiungevano il traguardo di un’ora
di movimento al giorno.
“E’ noto, commenta Claudio Maffeis, pediatra
nutrizionista dell’Università di Verona, che l’esercizio fisico è carente in
gran parte dei bambini e degli adolescenti italiani: dall’indagine del 2007
dell’Osservatorio Grana Padano sono risultati sedentari il 43% dei maschi tra
gli 11 e i 16 anni, e il 49% delle femmine. Questo è un dato preoccupante che
conferma la previsione di un ulteriore incremento dell’obesità nel futuro.
Tuttavia, i risultati dello studio europeo lasciano una concreta speranza.
Potenziando l’attività motoria, è possibile contrastare la predisposizione
genetica all’obesità. L’attività metabolica svolta dal muscolo scheletrico nella
regolazione del peso corporeo è infatti insostituibile. Inoltre, i benefici
dell’esercizio fisico, anche indipendentemente dall’azione sulla massa adiposa,
sono così rilevanti che tutti i bambini dovranno dedicarvi più tempo ogni
giorno, sottraendolo al video e ad altre attività sedentarie. Aiutiamoli a
farlo”.
Fonte:
Attenuation of the effect of the FTO rs9939609
polymorphism on total and central body fat by physical activity in adolescents:
the HELENA study. Ruiz JR et al. Arch Pediatr Adolesc Med. 2010
Apr;164(4):328-33.