Da oggi mai più cibo spazzatura nei messaggi pubblicitari destinati esclusivamente ai più piccoli. Gli eroi dei cartoni dovranno limitarsi a fare da “testimonial” solo a prodotti che rientrano negli standard per un’alimentazione sana. Per una volta non si tratta dell’auspicio di qualche poco ascoltata istituzione, ma dell’annuncio fatto dai portavoce di 11 tra ii principali gruppi alimentari statunitensi da PepsiCo a Campbell, Coca Cola, Kellogg, Kraft, Mars, Unilever e perfino McDonald.
I più smaliziati intravedono il furbesco tentativo di dimostrare che non c’è
bisogno di regolamentazioni governative in materia alimentare, tuttavia, poiché
queste grandi multinazionali operano un po’ in tutto il mondo, la Coldiretti nel
riportare la notizia auspica che la lodevole iniziativa statunitense venga
presto estesa anche all’Italia.
In effetti considerando che negli USA queste
società messe insieme coprono i due terzi della pubblicità televisiva destinata
ai cibi per bambini, le premesse per un effetto positivo sullo stile alimentare
dei minori ci sono tutte. Tuttavia è bene non farsi troppe illusioni.
Innanzitutto, mentre alcuni brand come Coca Cola stanno già mettendo in pratica
i nuovi principi di autodisciplina, altri come General Mills che produce gelati,
muffin e cereali per la colazione (molti dei quali distribuiti anche in Italia)
inizieranno solo dal 2008. Inoltre gli spot di cibi ritenuti non salutari non
scompariranno del tutto dal mondo dei media, ma cambieranno solo collocazione;
infatti se il nuovo codice prevede che non possano più essere proposti come
messaggi ad uso e consumo esclusivo dei bambini, niente vieterà di proporli ad
un pubblico adulto o all’intera famiglia. Così, per esempio, i cereali Trix
della General Mills contenendo 13 g di zuccheri a porzione anziché i 12 previsti
dagli standard nutrizionali, non potranno più essere pubblicizzati sui
giornalini, nei programmi pomeridiani per bambini, o nei siti internet loro
dedicati, ma solo nelle riviste per ragazzi più grandi o nei programmi di prima
serata quando, a torto o a ragione, si presume che i bambini siano davanti alla
tv in compagnia dei genitori. Viceversa i Puff al cacao prodotti dalla stessa
azienda ma con 1 g di zuccheri a porzione in meno potranno continuare a essere
proposti liberamente.
È difficile calcolare l’impatto finanziario che il
nuovo codice avrà su questi grandi gruppi. Molti dei prodotti incriminati sono
tra i preferiti dei bambini e sono anche quelli associati a testimonial-cartoni
che ormai vivono di vita propria sui gadget o nei siti internet dedicati. È il
caso di Cap’n Crunch mascotte degli omonimi cereali della Quaker Oats division o
del coniglio bianco degli stessi Trix. E infatti molti cercheranno prima di
modificare i loro prodotti per farli rientrare negli standard piuttosto che
vederne ridotta la pubblicità. Questo è senz’altro meglio anche per la salute
dei bambini che come hanno recentemente dimostrato i ricercatori della Stanford
University sono letteralmente sedotti dalla pubblicità alimentare.
Ci sono
comunque novità importanti anche per la tutela dei bimbi che per età non sono
ancora influenzabili dai media. Un nuovo progetto finanziato dall'UE indagherà
gli effetti delle sostanze chimiche presenti negli alimenti per l'infanzia sulla
salute dei neonati. È noto infatti che un numero sempre maggiore di bambini non
viene mai nutrito con latte materno e anche per quelli più fortunati i tempi di
allattamento al seno sono sempre più brevi.
Il relativo aumento del ricorso
al latte formulato prodotto industrialmente o a cibi solidi quali omogeneizzati
e liofilizzati non aveva però mai portato a valutare gli effetti dei residui
chimici presenti in questo tipo di prodotti sulla salute dei bambini. La
consapevolezza che queste sostanze chimiche potrebbero avere effetti maggiori
sui tessuti ancora immaturi di un bambino in fase di crescita rispetto a quelli
di un adulto ha invece spinto i ricercatori del Centro nazionale tedesco per la
ricerca sull'ambiente e la salute (GSF) a promuovere questo progetto che si
concentrerà in particolare sulle sostanze chimiche interferenti con il sistema
ormonale. La speranza è quella di riuscire grazie a vari test a creare un
sistema di valutazione dei rischi per diversi tipi di alimenti e anche se non
sarà possibile esprimere un giudizio su marche specifiche poiché i prodotti
saranno raggruppati, i ricercatori prevedono comunque di poter formulare
raccomandazioni riguardo ai migliori tipi di alimenti da somministrare ai
bambini nei primi mesi di vita.
Fonti:
“Weighing In: A Check-Up on Marketing,
Self-Regulation, and Childhood Obesity” Forum organized from The Federal Trade
Commission and the Department of Health and Human Services to review progress in
implementing self-regulatory and educational initiatives to combat childhood
obesity (July 18, 2007 at the FTC Conference Center, 601 New Jersey Avenue,
N.W., Washington) http://www.ftc.gov/bcp/workshops/childobesity/agenda.pdf
Robinson TN et al. Effects of Fast Food Branding on Young
Children's Taste Preferences. Arch Pediatr Adolesc Med 2007; 161:792-797
Sicurezza Alimenti: Nuovo progetto UE valuterà quelli per l'infanzia.
Public release (27 luglio 2007) Cordis Europa (http://cordis.europa.eu/it/home.html)