Avere un BMI più alto può essere, in sé, dannoso per il cuore. Sembra infatti che un aumento di BMI di 4 punti aumenti il rischio di malattie cardiache del 52%. È quanto risulta da un ampio studio, condotto in Danimarca e pubblicato sulla rivista PLoS Medicine.
Lo studio è partito dalla constatazione che un indice di massa corporea (BMI) alto è associato con un maggiore rischio di cardiopatia ischemica (IHD). Tuttavia, la causalità non è mai stata dimostrata in modo esauriente. Per risolvere questo punto i ricercatori sono partiti dall’ipotesi che l’associazione osservata tra BMI e cardiopatia ischemica sia causale.
Per lo studio sono stati utilizzati tre studi: il Copenhagen General Population Study (CGPS; n = 54.613; 3.780 pazienti con IHD), il Copenhagen City Heart Study (CCHS; n = 10.474; 2.006 pazienti con IHD) e il Copenhagen Ischaemic Heart Disease Study (CIHDS; n = 10.540; 5.270 pazienti con IHD), per un totale di oltre 75.627 individui. È stato misurato il BMI e verificati 11.056 eventi IHD (angina pectoris e infarto del miocardio).
Sono stati anche considerati diversi profili genetici relativi a tre geni, FTO, MC4R e
TMEM18, che potrebbero fornire la prova del rapporto diretto tra BMI e IHD. A questo scopo è stato costruito un punteggio per ogni copia posseduta di allele “ingrassante”, cioè associato a un BMI più alto. Sono stati considerati anche fattori come il genere, l’età o l’essere fumatori, fattori associati con il BMI e con IHD ma non con il genotipo. Secondo gli autori della ricerca, considerare il genotipo ha permesso di individuare il rapporto di causalità tra obesità e malattie cardiache.
Sulla base dei dati osservazionali a ogni aumento di 4 kg/m2di BMI corrisponde un odds ratio di 1,26 per l’IHD. Usando il punteggio delle tre varianti genetiche è stata confermata l’associazione tra ogni allele che aumenta il BMI e il BMI (0,28 kg/m2), come era atteso, e tra gli alleli e l’IHD (odds ratio 1.03). In media, rispetto alle persone senza alleli “ingrassanti”, le persone che avevano sei varianti avevano un aumento di BMI di 1.68 kg/m2 e un aumento di rischio di IHD del 18%. Infine, si è visto che per ogni aumento di 4 kg/m2del BMI corrisponde un rischio maggiore di IDH del 52%.
Sembra quindi che ci sia un legame causale tra BMI e IHD, anche se il meccanismo potrebbe dipendere da fattori intermedi come l’ipertensione, la dislipidemia e il diabete di tipo 2.
Fonte:
The effect of elevated body mass index on ischemic heart disease risk: causal estimates from a mendelian randomisation approach. Nordestgaard BG, Palmer TM, Benn M, Zacho J, Tybjaerg-Hansen A, Davey Smith G, Timpson NJ. PLoS Med. 2012 May;9(5):e1001212. Epub 2012 May 1.