Far mangiare i neonati poco e spesso, ma con cadenza regolare, è molto meglio
che lasciar decidere al piccolo. Un nuovo studio britannico segnala i limiti
della poppata “a richiesta”, che rappresenta il metodo di allattamento oggi più
diffuso ma si è rivelato poco salutare sia per le madri che per i figli.
Un
gruppo di ricercatori diretti da Anne Walshaw dell’Oakworth Health Centre nel
West Yorkshire, in Gran Bretagna, ha infatti scoperto che, quando le mamme
lasciano decidere al bambino, il tasso di abbandono dell’allattamento al seno a
tre mesi a favore di un’alimentazione mista o esclusivamente artificiale è più
alto, e anche il risultato in termini di incremento di peso del neonato nelle
prime 6-8 settimane di vita è inferiore.
Nello studio, i cui risultati sono
appena stati pubblicati sugli Archives of Disease in Childhood, Walshaw e
colleghi hanno infatti scoperto che delle 63 donne in fase di allattamento al
seno esclusivo, meno della metà di coloro che seguivano le solite indicazioni
sulla poppata a richiesta allattava ancora al seno a distanza di 12 settimane,
rispetto ai tre quarti di quelle a cui era stato suggerito di allattare ogni tre
ore e per non più di 10 minuti dalla prima mammella anche a costo di farlo la
notte. Nel gruppo delle madri che seguivano i desideri del bambino anche
l’incremento di peso nelle prime settimane era inferiore.
I ricercatori
lamentano però il fatto che nonostante i loro risultati (che erano stati
anticipati con una pre-pubblicazione online) il Dipartimento della Salute
britannico continui a promuovere la poppata “a richiesta” perché, secondo quanto
riferito dai suoi portavoce, l’allattamento a cadenza regolare non sarebbe
adatto a tutte le madri.
Fonte: Walshaw CA, et al.
Does breastfeeding method influence infant weight gain? Arch Dis Child.
2008;93(4):292-6.
Realizzato con il contributo del Ministero delle
Politiche Agricole Alimentari e Forestali
D.M. 25961 del 27/12/2007