Per garantire il corretto sviluppo del cervello e dell’apparato visivo le
formulazioni per l’infanzia dovrebbero contenere un giusto quantitativo di acido
docosaesanoico (DHA) e acido arachidonico (AA). Questa affermazione è stata
ribadita dal team di esperti che ha lavorato per definire le nuove linee guida
in fatto di alimentazione destinata all’infanzia che sono state appena
pubblicate sul Journal of Perinatal Medicine. “Il DHA, un acido grasso a catena
lunga polinsatura omega 3 e l’AA, un acido grasso a catena lunga omega 6, sono
presenti nella giusta proporzione nel latte delle donne che seguono una corretta
alimentazione. Anche per questa ragione l’allattamento al seno dovrebbe essere
preferito a quello artificiale, se si vuole garantire il corretto sviluppo
nervoso del bambino.” hanno spiegato i ricercatori. “Non tutte le mamme possono
però allattare in modo naturale, per cui è necessario mettere a punto
formulazioni sostitutive che siano il più possibile simili al latte materno,
oltre naturalmente a sollecitare le madri a seguire diete ricche di questi due
elementi”.
Cristina Campoy, dell’Università di Granada, ha fatto notare
infatti che “mentre l’AA si trova comunemente nella carne, nelle uova e nel
latte ed è difficile che risulti carente, il DHA - che si trova soprattutto
nell’olio di pesce - rischia invece di non venire introdotto a sufficienza nelle
moderne diete occidentali.”
Il team di 19 esperti provenienti da 11 diversi
Paesi, tra cui l’Italia, ha quindi elaborato queste nuove raccomandazioni,
supportate anche dalla World Association of Perinatal Medicine (www.wapm.info), dalla Early
Nutrition Academy (www.metabolic-programming.org), e dalla Child Health
Foundation (www.kindergesundheit.de). Queste raccomandazioni intendono
favorire un più corretto apporto di DHA e AA, tanto nell’alimentazione del
bambino allattato artificialmente attraverso formulazioni specifiche, quanto in
quella materna alla luce di quanto osservato dagli studi più recenti sullo
sviluppo nervoso del bambino. Tra i vari punti delle nuove indicazioni si legge
tra l’altro che per le donne in gravidanza l’introito di DHA, anche per ridurre
il rischio di parto prematuro, dovrebbe arrivare almeno a 200 mg (pari a circa
due porzioni di olio di pesce a settimana) e che nell’allattamento artificiale,
la scelta delle formulazioni dovrebbe privilegiare quelle addizionate di DHA
nella misura del 0,2-0,5 per cento dei lipidi totali, tenendo conto che 0,2 è il
livello minimo per avere un beneficio funzionale, e con la quantità minima di AA
equivalente al contenuto di DHA.
Fonte:
Koletzko
B, et al. The roles of long-chain polyunsaturated fatty acids in pregnancy,
lactation and infancy: review of current knowledge and consensus
recommendations. J Perinat Med. 2008;36(1):5-14.
Realizzato con il
contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali
D.M.
25961 del 27/12/2007