I genitori di oggi tendono sempre più spesso ad aggiungere prebiotici e
probiotici all’alimentazioni dei loro figli con lo scopo di difenderli dal
rischio di eventuali malattie, ma cosa sappiamo esattamente sugli effetti di
queste sostanze?
A quanto pare meno di quanto dovremmo se al termine di due
metanalisi sull’argomento anche i ricercatori della Cochrane Collaboration hanno
dovuto concludere che sebbene alcune prove di efficacia ci siano, si tratta
ancora dati insufficienti per trarre conclusioni definitive.
John Sinn, del
Royal North Shore Hospital e i suoi colleghi avevano infatti il compito di
valutare tutti gli studi pubblicati che avessero indagato nella prima infanzia
l’effetto delle somministrazione addizionale di pre e pro-biotici sullo sviluppo
successivo di una qualsiasi forma di reazione alimentare o malattia allergica
incluse quindi anche l’asma, la rinite e le manifestazioni cutanee come
l’eczema. In una prima revisione della letteratura si sono perciò concentrati
sui probiotici trovando 12 studi di cui in realtà solo 6 riguardanti bimbi sotto
i sei mesi d’età, per un totale di 1.549 soggetti. Ancora peggio è andata con la
revisione sui prebiotici per la quale hanno trovato 2 studi (432 bimbi
complessivamente) su 7 adatti al loro scopo. In tutti gli studi pre e probiotici
erano assunti dalla madri nelle ultime settimane di gravidanza e durante
l’allattamento o aggiunti alle formulazioni date ai bimbi, mentre la loro
capacità di prevenire i sintomi allergici o reattivi in bambini che non li
avevano manifestati in precedenza è stata confrontata con l’uso di placebo o di
nessuna sostanza aggiuntiva.
“L’uso di prebiotici e probiotici non ha in sé
nuovo, lo stesso latte materno ne contiene e comunque oggi sono somministrati
regolarmente per trattare problemi comuni dell’infanzia come la diarrea. Al
contrario l’idea di usarli a scopo preventivo nei soggetti predisposti ad
allergie o intolleranze alimentari non è ancora così diffusa” ha detto Still
quasi a voler giustificare lo scarno numero di studi trovati. Ed è un peccato
perché almeno per quanto riguarda la comparsa di eczema sia i probiotici,
soprattutto se contenenti Lactobacillus rhamnosus, che i prebiotici si sono
rivelati in qualche modo efficaci. “Si tratta in ogni caso di risultati
preliminari sia per quanto riguarda i benefici osservati sull’eczema sia per
quelli non osservati sugli altri tipi di manifestazioni allergiche o reattive.
Vanno quindi presi con cautela in attesa di ulteriori approfondimenti. Possono
però essere già indicativi di nuove potenziali strategie terapeutiche che i
medici potranno considerare dopo aver valutato il rapporto rischi/benefici di
ciascun loro paziente” ha detto per concludere Still.
Fonte:
Osborn DA, Still J. Prebiotics in infants for prevention
of allergic disease and food hypersensitivity. Cochrane Database of Systematic
Reviews 2007, Issue 4.