Alcune associazioni professionali promuovono il “bedsharing”, la condivisione notturna del letto tra mamma e figlio, per facilitare l'allattamento al seno; altri sconsigliano la pratica con lo scopo di ridurre il rischio di morte improvvisa e di soffocamento.
Per maggior chiarezza in merito è quindi necessaria una comprensione dell'impatto concreto della pratica del “bedsharing” sulla durata dell'allattamento al seno. L’obiettivo dello studio era quantificare l'influenza del “bedsharing” sulla durata dell'allattamento al seno.
Sono stati utilizzati i dati dell'Infant Feeding Practices Study II, uno studio che arruolava le donne in gravidanza e le seguiva fino al primo anno di vita del bambino. A queste madri (1.846 casi) sono stati inviati periodicamente dei questionari, con cadenze rapportate all’età del bambino (1-7 mesi, 9, 10, e 12 mesi.)
Si è osservato che un più lungo periodo di “bedsharing” è risultato associato a una più lunga durata di allattamento al seno soprattutto misto; non si è invece prolungata la durata dell’allattamento esclusivo. L’allattamento al seno era prolungato tra le donne più istruite, di razza bianca, che avevano già allattato al seno in una precedente gravidanza, che seguivano un programma di allattamento al seno, e non erano tornate a lavorare nel primo anno dopo il parto.
Sono stati presi in causa molteplici fattori per favorire l'allattamento al seno, tra cui il “bedsharing”. Considerato il rischio di morte improvvisa che questa pratica potrebbe causare, dovrebbero essere sviluppate e sperimentate varie strategie per promuovere l'allattamento al seno.
Fonte: Influence of Bedsharing Activity on Breastfeeding Duration Among US Mothers. Huang Y, Hauck FR, Signore C, Yu A, Raju TN, Huang TT, Fein SB. JAMA Pediatr. 2013 Nov 1;167(11):1038-44. doi: 10.1001/jamapediatrics.2013.2632.