In tutto il mondo, il caffè è una delle bevande più consumate. Diversi studi hanno suggerito un ruolo protettivo del caffè, compreso un ridotto rischio di malattia di Alzheimer (AD). Tuttavia, ci sono dati longitudinali limitati da coorti di anziani che riportano associazioni di assunzione di caffè con declino cognitivo e studiano i meccanismi neuropatologici alla base di tali associazioni. Lo scopo del presente studio era di indagare la relazione tra l'assunzione abituale di caffè auto-riferita e il declino cognitivo valutato, utilizzando una batteria neuropsicologica completa in 227 anziani cognitivamente normali dallo studio Australian Imaging, Biomarkers and Lifestyle (AIBL), oltre 126 mesi. In un sottoinsieme di individui, sono stati studiati anche la relazione tra l'assunzione abituale di caffè e l'accumulo cerebrale di amiloide Aβ (n = 60) e i volumi cerebrali (n = 51) nell'arco di 126 mesi. Un maggiore consumo di caffè di base è stato associato a un declino cognitivo più lento della funzione esecutiva, dell'attenzione e dell'AIBL Preclinical AD Cognitive Composite (PACC; dimostrato in modo affidabile per misurare i primi segni di declino cognitivo nelle popolazioni cognitivamente normali a rischio) e una minore probabilità di transizione a lieve deterioramento cognitivo o stato di AD, oltre 126 mesi. Un maggiore consumo di caffè di base è stato anche associato a un accumulo di amiloide Aβ più lento nell'arco di 126 mesi e a un minor rischio di progredire verso uno stato di carico di amiloide Aβ "moderato", "alto" o "molto alto" nello stesso periodo di tempo. Non c'erano associazioni tra l'assunzione di caffè e l'atrofia nella materia grigia totale, nella sostanza bianca o nel volume dell'ippocampo. Questi risultati supportano ulteriormente l'ipotesi che l'assunzione di caffè possa essere un fattore protettivo contro l'AD, con un aumento del consumo di caffè che riduce potenzialmente il declino cognitivo rallentando l'accumulo cerebrale di amiloide Aβ e attenuando così la neurotossicità associata dallo stress ossidativo mediato dall'amiloide Aβ e dai processi infiammatori. Sono necessarie ulteriori indagini per valutare se l'assunzione di caffè possa essere incorporata come fattore di stile di vita modificabile volto a ritardare l'insorgenza dell'AD.
Fonte: SL Gardener, SR Rainey-Smith, VL Villemagne, J Fripp, V Doré, P Bourgeat, K Taddei, C Fowler, CL Masters, P Maruff, CC Rowe, D Ames, RN Martins, AIBL Investigators “Higher Coffee Consumption Is Associated With Slower Cognitive Decline and Less Cerebral Aβ-Amyloid Accumulation Over 126 Months: Data From the Australian Imaging, Biomarkers, and Lifestyle Study” Front Aging Neurosci. 2021 19;13:744872.