Prefazione
Dott. Antonio Caretto
La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è la più comune tra le malattie gastrointestinali funzionali, con una prevalenza mondiale compresa tra l’11 e il 12 percento. Numerosi studi supportano il fatto che la quantità di FODMAP ingerita è correlata alla gravità dei sintomi nella IBS. FODMAP è un acronimo per oligosaccaridi, disaccaridi e monosaccaridi fermentabili e polioli. Questi sono carboidrati a catena corta, che possono essere fermentati dal microbiota intestinale, e si trovano in un’ampia varietà di alimenti, principalmente di origine vegetale. Questi carboidrati a catena corta possono essere associati al peggioramento o all’induzione di sintomi gastrointestinali funzionali come crampi, gonfiore e diarrea.
Prima di iniziare una dieta a basso contenuto di FODMAP (low-FODMAP), è importante effettuare una valutazione diagnostica medica. La dieta low-FODMAP è uno strumento terapeutico utilizzato appunto per la gestione di disturbi gastrointestinali come la sindrome dell’intestino irritabile, nella quale ha migliorato la qualità della vita, le misure psicosociali (inclusa l’ansia) e le prestazioni lavorative. Una dieta low-FODMAP può anche svolgere un ruolo nell’attenuazione dei sintomi gastrointestinali funzionali in altre condizioni come la malattia infiammatoria intestinale, la diverticolite e la fibromialgia. Per questo intervento dietetico, dopo la diagnosi è importante che i pazienti vengano monitorati da personale medico e sanitario competente per ridurre al minimo i potenziali danni associati a restrizioni inavvertitamente estreme o al contrario.
Questa ottima “Guida alla dieta al basso contenuto di FODMAP” esplica in modo esaustivo la sua importanza e fornisce al lettore le informazioni necessarie per adottare e promuovere questa dieta a livello individuale e collettivo.