Tosse secca, raucedine e acido gastrico
La tosse secca e stizzosa e la raucedine (voce roca o bassa) derivano spesso da irritazioni o infiammazioni delle vie respiratorie causate da raffreddore, influenza o fumo.
Tuttavia, se non si fuma, non si ha febbre e i sintomi della tosse secca o della raucedine persistono per 2-3 settimane, la causa può essere un disturbo digestivo che infiamma esofago, corde vocali e gola. Quando la causa è digestiva, si potrebbe trattare di tosse da reflusso gastroesofageo e di raucedine da reflusso gastroesofageo
Acido gastrico, infiammazione e bruciore retrosternale
I sintomi del reflusso gastroesofageo, come il rigurgito acido, il bruciore che sale verso il petto e la gola, la tosse secca e la raucedine, possono derivare da vari disturbi, ma hanno in comune il passaggio in esofago del contenuto gastrico, che è più frequentemente acido. Questo rigurgito non sempre è acido perché potrebbe essere anche alcalino nel caso in cui fosse presente bile proveniente dal duodeno.
Il succo gastrico prodotto nello stomaco è indispensabile per la digestione, soprattutto delle proteine. Il problema nel caso del rigurgito acido è il fatto che i succhi gastrici sono composti anche da acido cloridrico, una sostanza molto corrosiva.
Lo stomaco protegge le sue pareti dall’acido col muco gastrico, ma purtroppo l’esofago non lo produce. Quindi, quando il contenuto gastrico acido risale, infiamma la mucosa esofagea, le corde vocali, la gola e causa dolore sternale.
Cause del reflusso
La causa del reflusso gastroesofageo è la risalita del succo gastrico che può essere dovuta all’indebolimento o al rilassamento dello sfintere esofageo inferiore. Lo sfintere esofageo inferiore è un anello muscolare posto all’interno dello iato esofageo, che separa l’esofago dallo stomaco e che funziona come una valvola, facendo passare nello stomaco il cibo ingerito e impedendo al contenuto gastrico di risalire. La valvola può essere compromessa da vari fattori: ritardato svuotamento dello stomaco che restando pieno aumenta la pressione sullo sfintere compromettendone la funzione e dall’ernia iatale.
L’ernia iatale è causata da una combinazione di fattori legati a età, obesità, gravidanza, sforzi per sollevamento pesi, tosse cronica e fattori anatomici congeniti. L’ernia si forma quando una parte dello stomaco si sposta in alto (protrusione) attraversa lo iato esofageo e si posiziona sopra il diaframma. Questa “intrusione” inibisce il corretto funzionamento della valvola, permettendo al contenuto gastrico di risalire facilmente, provocando il reflusso gastroesofageo.
Anche lo sfintere esofageo superiore può essere coinvolto: la sua funzione è impedire all’aria di entrare e al succo acido di raggiungere gola e laringe. Tuttavia, nel reflusso cronico può desensibilizzarsi e diventare inefficace.
Le conseguenze del reflusso gastroesofageo
Il reflusso gastroesofageo può compromettere la qualità della vita e aumentare il rischio di patologie importanti.
Il reflusso gastroesofageo può contribuire alla comparsa di gola secca e irritata. L’irritazione delle mucose, dovuta al possibile contatto con il contenuto gastrico, può favorire anche una tosse stizzosa e causare l’irritazione della gola, infiammandola.
La tosse stizzosa, conosciuta anche come tosse da reflusso, diventa un riflesso continuo che non ha funzione utile, come espellere corpi estranei, prolungando il disagio e disturbando il sonno. La tosse cronica può favorire incontinenza urinaria, fratture costali in chi soffre di osteoporosi e problemi respiratori.
Il reflusso gastroesofageo può anche causare l’infiammazione delle corde vocali.
Le corde vocali infiammate subiscono lo stesso processo di infiammazione della gola. In questo caso si può realizzare una riduzione delle vibrazioni delle corde vocali che provoca raucedine o afonia temporanea.
L’infiammazione delle corde vocali può durare da alcuni giorni a settimane, dipendendo dal tempo di esposizione del succo gastrico.
Se trascurato, il reflusso cronico può causare complicazioni serie:
- Esofagite erosiva (lesioni della parete esofagea).
- Ulcere esofagee, che possono sanguinare o provocare dolore.
- Stenosi esofagea, restringimento dell’esofago dovuto a cicatrici, con difficoltà a deglutire.
- Esofago di Barrett, condizione caratterizzata da una modifica della struttura della mucosa esofagea che può comportare in alcuni casi un rischio di cancro dell’esofago.
Rimedi al reflusso gastroesofageo cronico
La disfunzione dello sfintere inferiore, la cui inefficienza è spesso legata all’ernia iatale, è un fattore spesso irreversibile. Pertanto, è lo stile di vita che può contrastare il reflusso gastroesofageo in primis: non fumare, evitare superalcolici e moderare vino e birra, perché l’alcol irrita sia le vie respiratorie sia l’apparato digerente.
Raccomandazioni dietetiche: l’alimentazione anti-reflusso
Vi sono delle raccomandazioni dietetiche e alimenti da evitare con il reflusso gastroesofageo.
In un’alimentazione anti-reflusso è consigliato:
- Preferire pasti piccoli e frequenti, evitando pasti abbondanti.
- Limitare grassi, fritti, salse, carne con grasso visibile.
- Evitare cibi e bevande troppo calde o fredde, caffè, bevande a base di cola o energetiche, cioccolato, e alimenti ultra-processati.
- Ridurre brodi e liquidi durante i pasti, bevendo piuttosto nel corso della giornata.
- Mangiare lentamente e fare una cena leggera almeno 3 ore prima di dormire.
Alimenti consigliati: cosa mangiare con il reflusso gastroesofageo
Oltre ai consigli per un’alimentazione anti-reflusso, quali sono i cibi consigliati in caso di reflusso gastroesofageo?
Tra gli alimenti anti-reflusso troviamo:
- Frutta e verdura cotta o cruda (nei casi gravi frullata).
- Carne bianca: pollo, tacchino senza pelle, vitello e maiale parti magre.
- Latte e yogurt scremati, formaggi primo sale o stagionati e decremati come Grana Padano DOP.
- Pesce magro: branzino, orata, merluzzo, sogliola; limitare pesci grassi come salmone, anguilla, sgombro, i crostacei e i frutti di mare.
- Affettati magri: prosciutto crudo o cotto senza grasso visibile, bresaola, speck, tacchino; evitare insaccati grassi come salsiccia e wurstel.
- Uova non fritte.
- Olio extravergine d’oliva a crudo.
Gli alimenti elencati devono essere assunti rispettando l’equilibrata alimentazione, il bilancio energetico e le porzioni raccomandate. Se trovi complicato seguire queste regole puoi iscriverti gratuitamente ai programmi alimentari ipocalorici: “Dieta Calorie&Menu Light” anche in versione vegetariana senza carne.
Regole comportamentali: cosa fare per il reflusso
Ci sono alcuni accorgimenti e alcuni consigli per gestire il reflusso gastroesofageo. Tra questi:
- Non sdraiarsi subito dopo i pasti: se si riposa, meglio farlo seduti, con schiena dritta, per evitare che il contenuto gastrico risalga.
- Evitare esercizio fisico a stomaco pieno, in particolare attività che coinvolgono i muscoli addominali.
- Sollevare la testata del letto di 10-15 cm: aiuta a mantenere l’esofago in posizione più verticale e riduce il rischio di rigurgito notturno.
- Ridurre peso e circonferenza addominale, in caso di sovrappeso o obesità, con dieta equilibrata e attività fisica regolare, sempre sotto controllo medico.
Terapia: come curare il reflusso gastroesofageo
Stabilita la diagnosi di reflusso gastroesofageo il medico potrà prescrivere farmaci che proteggono la mucosa gastrica o gli IPP (Inibitori della Pompa Protonica detti anche gastroprotettori, che riducono la secrezione gastrica), ed anche dispositivi medici che possono ridurre o evitare che il contenuto gastrico risalga nell’esofago.
Ricorda
La diagnosi di reflusso gastroesofageo è il più delle volte clinica, cioè basata sui sintomi, quindi, se tosse e raucedine persistono o non rispondono alle terapie occorre confrontarsi con medici specialisti quali lo pneumologo e l’otorinolaringoiatra.
Medico specializzato in medicina interna - Professore Alma Mater, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università di Bologna; già professore ordinario di Gastroenterologia, responsabile SSD Gastroenterologia: diagnosi e trattamento delle malattie delle vie biliari, Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, Bologna.
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Tutte le raccomandazioni e i consigli presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo educativo ed informativo e si riferiscono al tema trattato in generale, pertanto, non possono essere considerati come consigli o prescrizioni adatte al singolo individuo, il cui quadro clinico e condizioni di salute possono richiedere un differente regime alimentare. Le informazioni, raccomandazioni e i consigli sopracitati non vogliono essere una prescrizione medica o dietetica, pertanto il lettore non deve, in alcun modo, considerarli come sostitutivi delle prescrizioni o dei consigli dispensati dal proprio medico curante.