10 consigli per l’intolleranza al lattosio

Indice

Cos’è l’intolleranza al lattosio?

L'intolleranza al lattosio è una condizione che consiste nell'incapacità dell'organismo di digerire completamente lo zucchero (lattosio) presente nel latte e nei suoi derivati a causa di un deficit dell'enzima lattasi. Da questa condizione deriva un malassorbimento con sintomatologia molto varia: dolore e crampi addominali, gonfiore, diarrea e flatulenza ma anche nausea, mal di testa, spossatezza ed eruzioni cutanee.

Diagnosi dell'intolleranza al lattosio: test ed esami

È importante essere certi della diagnosi per evitare di escludere inutilmente i nutrienti importanti di latte e derivati. L'esame utilizzato è il breath test, i cui risultati possono però non essere sufficienti a porre la diagnosi: è infatti importante valutare anche la propria storia clinica. Questo permetterà di definire la soglia massima di tollerabilità, nel deficit di lattasi la severità dei sintomi dipende infatti dalla quantità di lattosio ingerito oltre che dal grado di intolleranza.

Tutti i latticini contengono lattosio?

Il lattosio è il principale zucchero del latte ed è presente in tutti i tipi di latte di origine animale, compreso il latte di capra, di pecora e di asina. È inoltre presente nei loro derivati, soprattutto formaggi freschi e da spalmare, burro, panna e gelati.

Ci sono latticini consumabili anche da intolleranti?

Alcuni derivati possono essere consumati anche in caso di intolleranza: lo yogurt è spesso tollerato per il minimo contenuto di lattosio ed anche alcuni formaggi perché hanno pochissimo lattosio o ne sono privi. Il Grana Padano DOP è naturalmente privo di lattosio ed essendo un concentrato di latte, ma meno grasso del latte con cui è fatto, fornisce tutti i nutrienti del latte: proteine di alto valore biologico, tra le quali i 9 aminoacidi essenziali, vitamine B12 e A, e la maggiore quantità di calcio tra tutti i formaggi più consumati.

Quali alternative esistono ai prodotti con lattosio?

Il latte delattosato e molti latticini vengono prodotti anche in versione senza lattosio. Esistono poi alternative analoghe di derivazione vegetale come le bevande di soia, riso o avena che possono sostituire il latte ma non tutti i suoi nutrienti in qualità e quantità. Ricordiamo che alcuni alimenti contengono indirettamente lattosio perché nella loro preparazione necessitano di latte: ad esempio molti prodotti da forno. Anche in questo caso però esistono in commercio versioni lactose free.

Il lattosio… nascosto

In alcuni casi il lattosio si nasconde in prodotti "insospettabili", come conseguenza della loro lavorazione: capita con i cibi surgelati, i condimenti e i piatti già pronti, alcuni prodotti per l’infanzia, i biscotti, le merendine, miscele per dolci, creme, bibite e succhi di frutta, liquori cremosi e salumi. È quindi importante leggere le etichette per accertarsi della presenza anche minima di lattosio.

Anche i farmaci possono contenere lattosio

Alcuni farmaci, vitamine e integratori possono contenere piccole quantità di lattosio, impiegato in genere nella formulazione degli eccipienti. Va però detto che le quantità sono così ridotte da essere normalmente ben tollerate, nonostante tali dosi vadano comunque ad aggiungersi alla quota di latticini presenti nella dieta. In alcuni casi esistono alternative farmaceutiche prive di lattosio.

Come evitare carenze nutrizionali

Il latte i suoi derivati sono fonte di nutrienti importanti come il calcio, minerale necessario per la salute del nostro organismo, delle ossa e dei denti. Chi non può mangiare latticini può assumerlo bevendo acque effervescenti naturali ad alto contenuto di calcio e consumando verdure a foglia verde, mandorle, sesamo, legumi secchi e diverse specie di pesce e molluschi. Il calcio però non è sempre perfettamente assorbibile dal nostro organismo, ma nel Grana Padano DOP è biodisponibile per circa il 70% della sua quantità, se i livelli di vitamina D sono regolari, il calcio dei vegetali ha invece una biodisponibilità che spesso non supera il 2-10% e una bassa quantità rispetto al peso.

Non rinunciamo ai pasti fuori casa

Quando evitare il lattosio non è possibile, e il pasto rischia di diventare un momento di stress invece che di piacere, esistono in commercio integratori contenenti l’enzima lattasi che possono essere assunti ai pasti e aiutarci a "digerire” il lattosio. Quando non siamo certi delle quantità di lattosio contenute negli alimenti preparati fuori casa è bene consumarne piccole porzioni e assumere l’integratore di lattasi per ridurre gli effetti gastrointestinali del lattosio.

Probiotici e intolleranza al lattosio

Negli ultimi anni è aumentata la consapevolezza su base scientifica che l’assunzione di probiotici aiuta a ridurre i sintomi nei soggetti intolleranti al lattosio. I meccanismi sembrano vari: questi batteri "buoni" possono stimolare la produzione di una classe di enzimi simile alla lattasi ma anche migliorare la compensazione colica. In caso di intolleranza al lattosio è quindi consigliabile effettuare cicli di probiotici.

Collaborazione scientifica

Dott.ssa Laura Iorio,
medico specialista in Scienza dell’Alimentazione

Bibliografia essenziale
  • Roberto Catanzaro, Morena Sciuto, Francesco Marotta. “Lactose intolerance: An update on its pathogenesis, diagnosis, and treatment” Nutr Res. 2021;89:23-34.
  • Rosaura Leis, María-José de Castro, Carmela de Lamas, Rosaura Picáns, María L Couce “Effects of Prebiotic and Probiotic Supplementation on Lactase Deficiency and Lactose Intolerance: A Systematic Review of Controlled Trials” Nutrients. 2020 20;12(5):1487.
Avvertenze

Tutte le raccomandazioni e i consigli presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo educativo ed informativo e si riferiscono al tema trattato in generale, pertanto, non possono essere considerati come consigli o prescrizioni adatte al singolo individuo, il cui quadro clinico e condizioni di salute possono richiedere un differente regime alimentare. Le informazioni, raccomandazioni e i consigli sopracitati non vogliono essere una prescrizione medica o dietetica, pertanto il lettore non deve, in alcun modo, considerarli come sostitutivi delle prescrizioni o dei consigli dispensati dal proprio medico curante.