Dieta per Sovrappeso e/o obesità nei bambini

Indice

Che cosa sono il sovrappeso e l’obesità?

Il sovrappeso e l’obesità si possono definire come condizioni mediche caratterizzate da un accumulo anomalo o eccessivo di tessuto adiposo (grasso) nell’organismo, che porta a tanti rischi e implicazioni per la salute di bambini e adolescenti.

A partire dal 2007, il Ministero della Salute ha promosso e finanziato lo sviluppo e l’implementazione nel tempo del sistema di sorveglianza “OKkio alla SALUTE”, coordinato dal Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità e condotto in collaborazione con le Regioni e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per comprendere la dimensione dell’obesità infantile e i comportamenti associati.

  • I dati del 2016, i più recenti in nostro possesso, evidenziano che il 21,3% dei bambini partecipanti è in sovrappeso, mentre il 9,3% risulta obeso. Rispetto alla precedente indagine (2008/2009), per l’obesità si è passati dal 12% al 9,3% e, per il sovrappeso, dal 23,2% al 21,3%. Tuttavia, nonostante questo andamento in calo, la rilevazione del 2016 conferma che queste due condizioni nei bambini rappresentano problemi di notevole rilevanza sociale.

Sovrappeso e obesità possono, infatti, favorire l’insorgenza di malattie cronico-degenerative derivanti da complicanze organiche come l’ipercolesterolemia, l’ipertrigliceridemia, l’ipertensione arteriosa, la steatosi o steatoepatite non alcolica, l’intolleranza al glucosio, complicanze ortopediche, respiratorie e, per le bambine, l’ovaio policistico. Non solo, le patologie caratterizzate dall’eccesso di peso possono portare anche a complicanze psicologiche nei bambini, come i disturbi dell’immagine corporea, del comportamento alimentare o la depressione. Pertanto, è necessario focalizzare l’interesse dell’intera famiglia sulla promozione della salute fin dall’infanzia, soprattutto prima che si instauri una patologia. Inoltre, il bambino sovrappeso o obeso ha un’elevatissima probabilità di rimanere obeso anche in età adulta, con tutte le conseguenze negative per la salute che le patologie metaboliche arrecano.

Cause del sovrappeso e dell’obesità nei bambini

Esistono casi in cui l’obesità infantile è un fattore insito in particolari patologie (sono più di 50 le sindromi con obesità associata, es. spina bifida, Sindrome di Down, Sindrome di Prader-Willi, Sindrome di Bardet-Biedl, ecc.). Solo in rari casi si osservano condizioni di obesità legate ad alterazioni ormonali, come nell’ipotiroidismo o nei casi di disfunzioni surrenaliche.
Nella maggior parte dei casi, l’obesità infantile è dettata da cattive abitudini (alimentari e di stile di vita in senso lato).
In particolare, l’insorgenza del sovrappeso o dell’obesità infantile deriva dal risultato di diverse cause che interagiscono fra loro, quali:

  • Scorretta alimentazione.
    La rilevazione “Okkio alla SALUTE” 2016 sottolinea la grande diffusione tra i bambini di abitudini alimentari poco salutari, come lo scarso consumo di frutta e verdura e l’ampio consumo di bevande zuccherate e/o gassate (seppur diminuito rispetto alla precedente rilevazione). Per sapere quanto zucchero mangiano ogni giorno i tuoi figli e quanto invece ne dovrebbero mangiare, clicca qui.
  • Ridotta attività fisica.
    Anche riguardo la diffusione di uno stile di vita attivo, i dati del 2016 continuano a mostrare elevati valori di inattività fisica e di comportamenti sedentari. Leggi questo articolo per sapere come promuovere l’attività fisica dei tuoi bambini.
  • Fattori ambientali.
    La tendenza a una vita sempre più sedentaria si lega ad una crescente esposizione ai contenuti multimediali (in media, i bambini trascorrono 6 ore al giorno guardando programmi TV o giocando ai videogames), nei quali viene implicitamente comunicato ai piccoli utenti un messaggio che spinge verso un consumo esagerato del cosiddetto “junk food” (cibo spazzatura). Tutti questi fattori sono i presupposti di quello che viene definito “ambiente obesogeno” (in cui vi è l’incessante offerta di cibo).
  • Fattori familiari.
    Anche il nucleo familiare ricopre un ruolo centrale nel corretto sviluppo delle abitudini alimentari e fisiche dei più piccoli. Attraverso ricerche mirate, sono state evidenziate le caratteristiche prevalenti dei contesti familiari con bambini e/o adolescenti obesi, in particolare è emerso che:
    • I genitori insicuri che compensano le carenze (reali o percepite) sovra-alimentano i propri figli.
    • C’è un impiego del cibo come deviatore e mediatore degli scambi emotivi genitore-bambino e per ridurre le tensioni interne (alleviamento del conflitto, utilizzo del cibo come premio o punizione).
    • Esiste un’elevata conflittualità familiare.
    • È presente una dipendenza emotiva dei figli verso i genitori.
    • L’iperprotettività, l’invischiamento e lo scarso senso di identità e di efficacia personale fanno sì che i genitori offrano troppo cibo ai propri figli.

Inoltre, un altro aspetto da tenere in considerazione, è che i genitori spesso tendono a sottostimare lo stato ponderale dei propri figli. Per esempio, sempre i dati di “OKkio alla SALUTE” del 2016, riportano che, tra le madri di bambini in sovrappeso o obesi, il 37% ritiene che il proprio figlio sia sottopeso o normopeso e solo il 30% pensa che la quantità di cibo assunta sia eccessiva.

  • Dai 2 anni in avanti, è possibile controllare il BMI (Indice di Massa Corporea) dei bambini e degli adolescenti con questo facile strumento gratuito, creato affinché il genitore possa conoscere lo stato di salute del bambino secondo gli indici dell’OMS. Il risultato è una media che non può essere considerata una diagnosi precisa, ma è uno spunto di riflessione sull’andamento di crescita, da verificare in seguito con il pediatra per capire come intervenire.

Segni e sintomi del sovrappeso e dell’obesità nei bambini

Di solito, i genitori tendono a preoccuparsi molto per i bambini che non mangiano a sufficienza ma, quando è presente un problema di iperalimentazione, spesso viene sottovalutato o diagnosticato tardivamente, quando il bambino ha già raggiunto uno stato di sovrappeso od obesità.
Per questo è fondamentale riconoscere in tempo i segnali dell’eccesso di peso nei bambini, ad esempio:

  • aumento di peso oltre i livelli di guardia stabiliti dall’OMS;
  • tendenza ad esaurire in brevissimo tempo tutte le proprie energie;
  • fiato corto e difficoltà nei movimenti;
  • tachicardia;
  • dolori articolari;
  • pressione sanguigna elevata.

Diagnosi di sovrappeso od obesità nei bambini

Le linee guida italiane, redatte nel 2017 dalla Società Italiana di Pediatria in accordo con la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, sostengono che per fare diagnosi di sovrappeso od obesità nel bambino sono necessarie le curve di crescita.
La curva di crescita (detta anche centile) è un particolare tipo di grafico, diverso per maschi e femmine, su cui devono essere riportati il peso, l’altezza e l’età del bambino. In base alla posizione del peso del bambino sul grafico, si possono diagnosticare il sottopeso, il normopeso, il sovrappeso o l’obesità. È bene che il centile venga compilato e interpretato dal pediatra, perché spesso i dati devono essere integrati con commenti e spiegazioni: ad esempio, se un bambino è molto alto rispetto alla media, è normale che il suo peso sia maggiore di quello di un bambino di pari età, ma di altezza inferiore. Inoltre, è necessario utilizzare centili ritenuti validi dalla comunità scientifica.

  • Nei bambini più piccoli di 2 anni, la curva di crescita da tenere in considerazione riguarda il rapporto peso-lunghezza, mentre nei bambini con più di 2 anni ci si attiene ai valori di BMI secondo la WHO (World Health Organization).
  • La classificazione è così determinata:

Bambini <2 anni

 

Bambini 2-5 anni

 

Bambini > 5 anni

Rischio sovrappeso

rapporto peso-lunghezza 85-97° pc

 

Rischio sovrappeso

BMI 85-97° pc

 

Sovrappeso

BMI 85-97° pc

Sovrappeso

rapporto peso-lunghezza 97-99° pc

 

Sovrappeso

BMI 97-99° pc

 

Obesità

BMI 97-99° pc

Obesità

rapporto peso-lunghezza ≥99° pc

 

Obesità

BMI ≥99° pc

 

Obesità severa

BMI ≥99° pc

Un’altra misurazione importante da considerare in caso di obesità infantile è il rapporto circonferenza vita/altezza che, nel bambino così come nell’adulto, indica la presenza di grasso depositato a livello addominale e rappresenta un ulteriore strumento di valutazione di rischio cardiometabolico. Per questo motivo, è importante controllare periodicamente la circonferenza addominale del bambino o dell’adolescente. Tuttavia, al contrario degli adulti, per i bambini non è possibile fissare un valore di riferimento per la circonferenza addominale, poiché essa varia a seconda dell’età. È stato quindi recentemente introdotto l’utilizzo del rapporto circonferenza vita/altezza (misurate entrambe in cm): tale valore non dovrebbe superare il limite di 0,5.

  • Pertanto, i bambini con rapporto vita/altezza superiore a 0,5 presentano un aumentato rischio cardiovascolare.

Trattamento dell’obesità infantile

Il trattamento dell’obesità pediatrica prevede che vengano fissati alcuni obiettivi specifici, definiti anche nelle linee guida per il trattamento dell’obesità (Standard Italiani per la Cura dell’Obesità - SIO-ADI, 2016-2017).

  • Lo scopo primario del trattamento dell’obesità infantile è il miglioramento a lungo termine della salute fisica attraverso stili di vita corretti. Questo, di per sé, permette di migliorare il peso in una parte dei piccoli pazienti, in altri è invece necessario introdurre ulteriori strategie di modificazione comportamentale per promuovere un bilancio energetico negativo. A tale scopo, è necessario il coinvolgimento attivo dell’intero nucleo familiare.
  • Nel caso siano presenti complicanze dell’obesità, la loro risoluzione o quantomeno il loro trattamento è obiettivo prioritario.
  • La salute psicologica (autostima, attitudini corrette verso il cibo e il proprio corpo) e il miglioramento della qualità della vita sono parimenti cruciali negli obiettivi del trattamento.
  • In tutti i bambini o adolescenti con eccesso ponderale, senza complicanze, è indicata una riduzione del sovrappeso che però non implica necessariamente un calo ponderale, possibilmente fino ad ottenere il rientro del BMI nell’intervallo di normalità.
  • In tutti i bambini o adolescenti con eccesso di peso e complicanze è necessario promuovere la risoluzione, o quantomeno il miglioramento, delle complicanze principalmente attraverso il calo di peso, possibilmente fino ad ottenere il rientro del BMI nell’intervallo di normalità.
  • Il percorso terapeutico deve prevedere la presa in carico del bambino da parte di un centro specialistico e un percorso multidisciplinare di cambiamento di abitudini alimentari e stili di vita su obiettivi semplici e modificabili ad ogni controllo. Le visite di controllo andrebbero programmate mensilmente e comunque con intervalli non superiori a due mesi.

Raccomandazioni dietetiche generali

I punti principali su cui bisogna intervenire nel trattamento del sovrappeso o dell’obesità nel bambino sono l’alimentazione e l’attività fisica. Il comune buon senso impedisce di essere inflessibili con i bambini sulla privazione di alcuni alimenti spesso usati come momento di socializzazione e condivisione; quindi, genitori ed educatori devono impegnarsi per contribuire a sviluppare nel bambino una coscienza alimentare autonoma e consapevole, che permetta di fare scelte nutrizionali corrette, promuovendo anche una sana e regolare attività fisica.

  1. Occorre suddividere l’apporto calorico giornaliero in almeno 5 pasti nella giornata (3 pasti principali + 2 spuntini). Clicca qui per ricevere del tutto gratuitamente un menu settimanale di spuntini e merende sane personalizzate per le calorie di tuo figlio o tua figlia.
  2. È buona regola fare sempre una colazione adeguata al mattino.
  3. L’impiego di diete in generale, soprattutto se sbilanciate (iperproteiche o ipoglicidiche o fortemente ipocaloriche) è vivamente sconsigliato. Diete a bassissimo contenuto calorico possono essere prescritte solamente in casi particolari e sotto stretto monitoraggio clinico (Centro specialistico di terzo livello).
  4. Le strategie consigliate per una restrizione calorica possono essere quelle della limitazione o sostituzione di specifici alimenti ipercalorici con altri meno ricchi in calorie.
  5. In caso di presa in carico dietologica, rispettare le indicazioni dei LARN (Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per la popolazione italiana) per i macronutrienti (carboidrati, lipidi e proteine) in base a sesso, età e peso ideale per la statura del bambino.
  6. L’adeguato apporto di fibre (quanti grammi ogni giorno) si può calcolare con l’età evolutiva: 8,4 g/1000 calorie. Per raggiungere tale apporto, si consiglia l’assunzione di 5 porzioni al giorno di frutta e verdura di stagione, preferibilmente non passata o frullata, e una buona frequenza di legumi.
  7. Scegliere cibi ad elevato contenuto di fibre e basso tenore in zuccheri semplici.
  8. Scegliere cibi con un basso contenuto di grassi saturi e privilegiare quelli con maggiore tenore in grassi monoinsaturi, come quelli dell’olio d’oliva, e polinsaturi, come quelli del pesce.
  9. Cucinare senza grassi aggiunti. Preferire metodi di cottura semplici, come la cottura a vapore, in microonde, sulla griglia o piastra, in pentola a pressione, ecc., piuttosto che la frittura, la cottura in padella o bolliti di carne.
  10. Tenere a mente che i cibi ipercalorici (come torte farcite con creme elaborate, cioccolata, patatine fritte, ecc.) non sono proibiti, ma devono semplicemente essere consumati con moderazione (ad esempio, in occasioni sociali come pasti fuori casa, feste di compleanno o altre ricorrenze).
  11. Variare gli alimenti e non seguire una dieta monotona.
  12. Abituare i bambini a consumare tutti gli alimenti.

I tre capitoli che seguono indicano gli alimenti da evitare, da limitare e quelli generalmente consigliabili in presenza della malattia, ma non la frequenza o la quantità necessaria per un’equilibrata alimentazione, che può e deve essere prescritta solo dal medico specialista.

Alimenti non consentiti

  • Bevande zuccherine come cola, aranciata, acqua tonica, tè freddo, ma anche i succhi di frutta, perché contengono naturalmente zuccheri semplici (fruttosio) anche se sulla confezione riportano la dicitura “senza zuccheri aggiunti”.
  • Dolci e dolciumi, quali torte farcite con creme elaborate, pasticcini, gelatine, gelati industriali, merendine, caramelle, lecca-lecca, ecc.
  • Prodotti da forno che, tra gli ingredienti, riportano la dizione “grassi vegetali” (se non altrimenti specificato generalmente contengono oli vegetali saturi, come l’olio di palma, di cocco, di colza, ecc.)
  • Cibi da fast-food, poiché possono essere ricchi di grassi idrogenati (trans), presenti anche in molti prodotti preparati industrialmente, artigianalmente e piatti già pronti.
  • Condimenti grassi come burro, lardo, strutto, panna, ecc.
  • Frattaglie (es. fegato, trippa, rognone, ecc.) e carni grasse (es. agnello, anatra).
  • Insaccati ad elevato tenore in grassi saturi, come salame, salsiccia, cotechino, zampone, ecc., oltre alle parti grasse delle carni (cioè con grasso visibile).
  • Maionese, ketchup, senape e altre salse elaborate.
  • Snack salati come patatine fritte, pop-corn, salatini, noccioline, comprese pizzette e focacce, alimenti spesso forniti anche dai distributori automatici presenti nelle scuole.

Alimenti consentiti con moderazione

  • Sale. È buona regola ridurre quello aggiunto alle pietanze durante e dopo la loro cottura e limitare il consumo di alimenti che naturalmente ne contengono elevate quantità (alimenti in scatola o salamoia, dadi ed estratti di carne, salse tipo soia).
  • Oli vegetali polinsaturi o monoinsaturi come l'olio extravergine d'oliva, l'olio di riso o gli oli monoseme (soia, girasole, mais, arachidi, ecc.). A causa del loro elevato potere calorico vanno controllati, dosando le quantità con il cucchiaio.
  • Dolci semplici fatti in casa. Classicamente, questi cibi sarebbero da evitare in caso di sovrappeso od obesità in età pediatrica, ma si tratta pur sempre di bambini e non possiamo essere tanto intolleranti e irremovibili. Il dolce e il gelato spesso costituiscono momenti di socializzazione per i bambini, per cui è ragionevole consentire il consumo occasionale di dessert e dolciumi, meglio se programmandolo. Bisogna comunque preferire preparazioni semplici e casalinghe (biscotti secchi, torta di mele, torta di carote, ecc.), in cui i genitori possono controllare le dosi di zucchero e di grassi, mentre per il gelato è preferibile sceglierlo alla frutta o prepararlo in casa con frutta fresca (senza aggiungere ulteriore zucchero).

Alimenti consentiti e consigliati

  • Verdura, sia cruda che cotta, da assumere in porzioni abbondanti. La varietà nella scelta (ortaggi di colori diversi) permette di introdurre correttamente i sali minerali, le vitamine e gli antiossidanti necessari per l’organismo e la salute del bambino. Attenzione: le patate non vanno considerate come verdure ma, essendo ricche di amido, si possono consumare in sostituzione del pane o della pasta (carboidrati complessi).
  • Frutta, consumare due-tre frutti al giorno, preferibilmente con la buccia (se commestibile e ben lavata), poiché è la parte che apporta più fibre e vitamine. È sempre meglio consumare la frutta fresca (eventualmente anche frullata, ma senza aggiunta di zucchero), piuttosto che i succhi di frutta, che sono più calorici e meno sazianti.
  • Pane, pasta, riso, avena, orzo, farro e altri carboidrati complessi, privilegiando quelli integrali poiché hanno un più basso indice glicemico.
  • Pesci di tutti i tipi (fresco o surgelato), da consumare almeno tre volte alla settimana. Privilegiare il pesce azzurro (sardine, aringa, alici o acciughe, sgombro, ecc.) e il salmone per il loro elevato contenuto di omega 3.
  • Legumi, come fagioli, ceci, lenticchie, piselli, ecc., da consumare almeno due volte alla settimana. È importante che i legumi siano considerati come un secondo piatto e non come un contorno. Sono quindi da alternare a carne, pesce, salumi, formaggi e uova. Si possono preparare piatti unici a base di cereali e legumi (come riso e piselli, pasta e fagioli, pasta e ceci, ecc.).
  • Latte e yogurt scremati o parzialmente scremati, almeno una porzione al giorno (un vasetto da 125 g oppure un bicchiere di latte 200 ml).
  • Carne, sia rossa che bianca (proveniente da tagli magri e privata del grasso visibile), da consumare tre volte alla settimana. Il pollame è da consumare senza la pelle, poiché è la parte che contiene più grassi.
  • Formaggio, fresco come crescenza o mozzarella oppure stagionato come Grana Padano DOP, da consumare un paio di volte alla settimana in alternativa al secondo piatto di carne o uova. Grana Padano DOP può essere utilizzato grattugiato tutti i giorni (1 cucchiaio 10 g) sui primi piatti e sui passati di verdure per insaporire anche al posto del sale. Questo formaggio è un concentrato dei buoni nutrienti del latte vaccino, ma è meno grasso del latte intero con cui è fatto, perché parzialmente decremato durante la lavorazione. Il suo consumo incrementa l’apporto proteico ai pasti, poiché contiene tante proteine ad alto valore biologico (con i 9 aminoacidi essenziali), e favorisce il raggiungimento del fabbisogno giornaliero di calcio, essendo Grana Padano DOP il formaggio più ricco di calcio tra quelli comunemente più consumati. Inoltre, apporta vitamine per la crescita come B2, B12 vitamina A e minerali come zinco e selenio.
  • Affettati, preferendo prosciutto cotto, crudo e speck sgrassati, bresaola, affettato di tacchino o pollo, da consumare non più di due volte alla settimana.
  • Acqua, bere almeno 1,5-2 litri al giorno, preferibilmente oligominerale naturale. È possibile consumare anche tè, tisane o infusi (senza zucchero) per contribuire all’apporto di liquidi giornalieri.
  • Erbe aromatiche o spezie (basilico, rosmarino, salvia, aglio, cipolla, zenzero, curry, pepe, ecc.) per condire i piatti al posto del sale.

Consigli pratici

Attività fisica:

  • Stimolare i bambini a uno stile di vita più attivo. Organizzare gite a piedi o in bicicletta per tutta la famiglia. I bambini prenderanno esempio dai genitori se abituati ad uno stile di vita attivo e manterranno più facilmente questa buona abitudine anche da adulti.
  • Programmare la riduzione del tempo dedicato ad attività sedentarie, in particolare il tempo di video-esposizione (TV, computer, console per videogames, tablet, smartphone, ecc.).
  • Promuovere il gioco attivo, possibilmente all’aria aperta e in gruppo, con amici o compagni di classe o di sport. Es: ruba bandiera, nascondino, strega comanda colore, lupo mangia frutta, 1-2-3 stella, campana, ecc.
  • Promuovere la pratica di un’attività motoria regolare e organizzata (sport) gradita al bambino. Deve essere una pratica divertente e in cui l’obiettivo principale non sia la competizione, ma l’attività fisica. Leggi questo articolo.
  • Praticare quotidianamente esercizi aerobici (es. nuoto a bassa intensità, bicicletta, camminare, ecc.). Consigliata l’associazione con esercizi che stimolino la flessibilità e la forza, soprattutto di braccia e tronco, adeguati all’età e allo stadio di sviluppo del bambino, con una frequenza di due o tre volte alla settimana. La durata dell’esercizio dovrebbe essere inizialmente di 30 minuti, poi bisogna aumentare il tempo con gradualità nelle sessioni di allenamento successive.

Alimentazione:

  • Le esigenze nutrizionali del bambino variano a seconda dell’età. Per questo, è sempre bene rivolgersi a un pediatra o a uno specialista in nutrizione pediatrica per avere informazioni sulla dieta ideale e personalizzata per il proprio bambino.
  • I pasti dovrebbero essere momenti di incontro per la famiglia, che si riunisce davanti al tavolo per condividere il cibo e confrontarsi in un clima sereno sulle esperienze vissute nella giornata. Evitare di creare tensioni durante il momento dei pasti.
  • Quando la famiglia è riunita a tavola, evitare di accendere schermi (TV, tablet, smartphone, ecc.).
  • Evitare di usare il cibo come premio, ricompensa o anche come punizione (es. “se non fai il bravo, stasera mangi il minestrone!”).
  • Se ci sono cibi sgraditi, limitarsi a chiedere al bambino di assaggiarne un piccolo boccone, senza costringerlo a finire la porzione che ha nel piatto. Successivamente, l’alimento potrà essere riproposto facendo anche dieci tentativi, magari cucinato in modo diverso. Certe volte, i bambini rifiutano la consistenza degli alimenti, piuttosto che il loro sapore.
  • Si raccomanda che l’ambiente scolastico venga incluso nei programmi di prevenzione dell’obesità.

Consigli utili

  • Se il bambino rifiuta di consumare la verdura, alimento spesso poco gradito ai più piccoli, proporla con strategie differenti: ad esempio nel sugo per condire la pasta, come farcitura di pizze o torte salate (da consumare massimo una volta a settimana), muffin o plum-cake salati, ecc.
  • Se il bambino non gradisce la frutta, si può proporre in forma di frullato, mousse, macedonia o sorbetto, purché non venga aggiunto zucchero, miele, sciroppi dolcificanti, ecc.
  • Se il bambino non gradisce il pesce, si può proporre in forma di bastoncini impanati e cotti al forno (fatti in casa), oppure come polpettine o hamburger (sempre fatti in casa).
  • Se il bambino non vuole fare colazione, è bene iniziare proponendo una piccolissima quantità di cibo (come un biscotto secco o una fetta biscottata), per poi incrementare gradualmente le porzioni. La prima colazione può essere a base di latte o yogurt parzialmente scremati, sempre accompagnati da un carboidrato complesso, come fette biscottate, cereali o biscotti secchi (a basso contenuto di zuccheri o grassi, ad esempio fiocchi di mais non glassati ) oppure del semplice pane integrale. È consentito aggiungere un velo di marmellata al pane o accompagnare la colazione con un frutto o una spremuta (fatta e bevuta al momento per non perdere le vitamine).
  • Gli spuntini (a metà mattina e a metà pomeriggio) possono essere a base di un frutto fresco o un vasetto di yogurt o un pacchetto di cracker integrali o una barretta ai cereali (anche al cioccolato) o un pezzetto (dai 20 ai 40 grammi, a seconda dell’età) di Grana Padano D.O.P. Occasionalmente, per la merenda si può prevedere un piccolo gelato di frutta o una fetta di torta semplice fatta in casa.

Gestire il disagio: consigli per genitori e insegnanti

È molto importante non colpevolizzare il bambino per la sua condizione di sovrappeso od obesità. Bisogna invece fargli capire, con una spiegazione adatta alla sua età, perché è successo questo e quali rischi per la salute ci sono. I genitori potranno, ad esempio, spiegare al bambino che la natura, nel corso del tempo, ha “selezionato i risparmiatori di energia”, cioè le persone più forti e resistenti, perché in grado di sopravvivere alle carestie. Tuttavia, al giorno d’oggi, con l’abbondanza di cibo e con la sedentarietà, questa condizione favorevole per l’uomo si trasforma spesso in uno svantaggio per la salute, portando all’obesità. Seguendo però un’alimentazione sana ed equilibrata, con le giuste porzioni di cibo e svolgendo regolarmente attività fisica, è possibile tornare ad essere sani e sconfiggere il rischio di obesità. Un’alimentazione corretta, inoltre, fa bene a tutta la famiglia. Ecco perché tutti i membri dovranno seguire il programma alimentare del bambino obeso! È anche necessario denunciare e opporsi a comportamenti di derisione del bambino obeso o di bullismo da parte dei coetanei, richiedendo l’aiuto degli insegnanti (che possono far riferimento al sito www.comitatocido.wordpress.com per informazioni e formazione). Questi episodi possono infatti essere fonte di disagio psicologico anche grave per i bambini: riducono l’autostima, aumentano il disagio corporeo, possono scatenare fame emotiva e portare a veri e propri disturbi del comportamento alimentare (come anoressia o bulimia nervosa). Nei casi più complessi, il pediatra o il medico curante potranno indirizzare le famiglie a centri di secondo livello che forniscono un’assistenza multidisciplinare, in cui il medico generale è affiancato da dietista, psicologo, educatore del movimento ed eventuali altri operatori sanitari di supporto.

Autore

Dott.ssa Laura Iorio, medico specialista in Scienza dell’Alimentazione

Pubblicazioni

Supervisione scientifica

Dr.ssa Valeria Papacciuoli,
medico specialista in Pediatria

Avvertenze

Tutte le raccomandazioni e i consigli presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo educativo ed informativo e si riferiscono al tema trattato in generale, pertanto, non possono essere considerati come consigli o prescrizioni adatte al singolo individuo, il cui quadro clinico e condizioni di salute possono richiedere un differente regime alimentare. Le informazioni, raccomandazioni e i consigli sopracitati non vogliono essere una prescrizione medica o dietetica, pertanto il lettore non deve, in alcun modo, considerarli come sostitutivi delle prescrizioni o dei consigli dispensati dal proprio medico curante.