Dieta per Diabete Giovanile di tipo 1

Indice

Che cos’è il diabete giovanile?

Il diabete mellito è una patologia cronica caratterizzata dalla presenza di livelli elevati di glucosio, cioè zucchero, nel sangue (iperglicemia). Nei bambini, la forma più frequente è il diabete di tipo 1 (anche detto diabete giovanile), una malattia cronica endocrino-metabolica che interessa l’85-90% dei casi di diabete in età evolutiva, età in cui questa malattia ha tipicamente esordio.

  • Il diabete mellito di tipo 1 è una malattia autoimmune e cellulo-mediata (che attiva cioè una risposta “anomala” del sistema immunitario). Può svilupparsi a qualsiasi età nelle persone che sono geneticamente predisposte e necessita di una terapia insulinica, perché vi è una carenza assoluta di questo ormone (insulina) conseguente alla distruzione delle beta cellule del pancreas (organo predisposto alla sua sintesi) proprio da parte degli anticorpi.

Esistono poi altre forme di diabete non autoimmune che, in misura minore, possono interessare l’età evolutiva:

  • Diabete mellito di tipo 2, solitamente tipico dell’età adulta, ma che presenta un’incidenza in aumento anche tra i bambini obesi. Consulta la dieta specifica per il sovrappeso e l’obesità nei bambini.
  • MODY (Maturity Onset Diabetes of the Young), che indica una forma di diabete monogenico (cioè che riguarda un particolare gene), ereditata dai familiari, caratterizzata da un’insorgenza precoce e dall’alterazione della funzione delle beta cellule del pancreas.
  • Diabete Mitocondriale, dovuto a una mutazione del DNA mitocondriale delle beta cellule pancreatiche.
  • Diabete neonatale permanente, una forma di diabete che insorge nei primi sei mesi di vita.
  • Forme secondarie (fibrosi cistica, malattie endocrinologiche e talassemia) e sindromiche (S. di Wolfram, Atassia di Friederich, Sindrome di Prader Willi ecc.).

Cause del diabete mellito di tipo 1

La causa del diabete mellito di tipo 1 nei bambini non è ancora conosciuta, vi sono ipotesi che includono cause genetiche e ambientali. Sappiamo, però, qual è il meccanismo che porta alla carenza di insulina, ormone prodotto dal pancreas che ha il ruolo fondamentale di mantenere regolari i livelli di glicemia (zucchero nel sangue).

  • I linfociti prodotti dal sistema immunitario iniziano ad attaccare le cellule (beta-cellule) del pancreas addette alla produzione di insulina, fino a distruggerle del tutto. Si innesca, così, una reazione anomala di tipo autoimmune, ossia l'organismo del bambino produce e immette nel circolo sanguigno degli anticorpi specifici che hanno il compito di distruggere i propri stessi organi e tessuti (detti auto-anticorpi). Per questo motivo il diabete mellito di tipo 1 è classificato tra le malattie autoimmuni.

Sintomi del diabete giovanile

I sintomi del diabete nei bambini sono simili a quelli del diabete negli adulti, hanno esordio improvviso e, di solito, includono:

  • Poliuria (aumento della quantità di urine e relativo aumento della frequenza delle minzioni)
  • Polidipsia (sete eccessiva con relativo aumento dell’assunzione dei liquidi giornalieri)
  • Polifagia (fame eccessiva con relativo aumento dell’assunzione giornaliera di cibo)
  • Perdita di peso insolita
  • Dolori addominali non riconducibili ad altre patologie
  • Irritabilità nello svolgimento delle normali attività giornaliere
  • Mal di testa, anche nell’esecuzione di semplici attività
  • Ripetute infezioni
  • Lenta guarigione delle ferite
  • Stanchezza, spossatezza
  • Problemi comportamentali

Tali sintomi dipendono dallo stadio in cui è avanzata la malattia e dalla forma di diabete del bambino. È molto importante, in presenza di uno o più dei sintomi soprariportati, rivolgersi al pediatra del bambino o presso un centro specializzato per effettuare la diagnosi di diabete mellito di tipo 1 tramite l’esecuzione di specifici esami.
Occorre diagnosticare tempestivamente e trattare il diabete nel modo più opportuno, perché, con il tempo, la malattia può provocare complicanze anche molto gravi, soprattutto a livello della retina, dei reni e del sistema nervoso.

Diagnosi di diabete mellito di tipo 1

Per diagnosticare il diabete mellito di tipo 1 bisogna fare un esame del sangue. I principali test diagnostici sono:

  • Glicemia al mattino dopo almeno 8 ore di digiuno (valori uguali o superiori a 126 mg/dl sono considerati indicativi di diabete).
  • Glicemia a 2 ore dal test del carico orale di glucosio (valori uguali o superiori a 200 mg/dl sono considerati indicativi di diabete). Il test da carico orale di glucosio consiste nel bere una bevanda contenente 75 grammi di glucosio e, a distanza di 2 ore, viene rilevata la glicemia.
  • Rilevamento di iperglicemia attraverso un prelievo ematico random, cioè fatto in qualunque momento della giornata, a prescindere dal tempo intercorso dall’ultimo pasto del bambino (valori uguali o superiori a 200 mg/dl sono considerati indicativi di diabete).
  • Emoglobina glicosilata (HbA1c), che fornisce una valutazione media della glicemia degli ultimi 2-3 mesi e, se superiore a 6,5%, può indicare la presenza di diabete;
  • Positività degli auto-anticorpi contro antigeni insulari, che rappresentano l’origine del danno immunitario mediato dai T-linfociti. In alternativa, il pediatra valuterà test genetici.

Un buon controllo della glicemia consente alle famiglie dei bambini e/o degli adolescenti di gestire autonomamente la malattia, previene o ritarda l’insorgenza delle complicanze acute (chetoacidosi e ipoglicemia) e delle complicanze croniche.

Trattamento del diabete mellito di tipo 1

Una volta che il pediatra avrà diagnosticato la malattia, superata la fase critica dell’inizio della patologia ed impostata una corretta terapia, il bambino/adolescente affetto da diabete di tipo 1 può continuare senza problemi tutte le attività tipiche della sua età, senza nessuna particolare limitazione.

Il trattamento del diabete mellito di tipo 1 si basa su:

  • Una buona educazione del bambino/adolescente alla malattia, in modo che possa gestirla autonomamente, incluso l’autocontrollo della glicemia a casa. In questo passaggio, genitori e pediatra dovranno stare molto vicini al bambino e supportarlo sempre.
  • Seguire una sana ed equilibrata alimentazione. Scarica gratis qui il manuale della corretta alimentazione adatto all’età di tuo figlio o figlia, per sapere tutto ciò che non può mancare nella sua alimentazione.
  • Praticare una regolare attività fisica. Leggi questo articolo per aiutarti a spronare i tuoi figli a muoversi di più.

Le due tecnologie più comuni e più efficaci per il trattamento del diabete mellito di tipo 1 comprendono l’erogazione di insulina attraverso l’utilizzo di specifici device detti “microinfusori” e il controllo della glicemia (attraverso Sistemi di Controllo Continuo del Glucosio o Sistemi di Controllo Flash del glucosio). Negli ultimi anni, proprio nella fascia d'età pediatrico-adolescenziale, si è osservato un notevole incremento (+112%) nell'utilizzo di queste tecnologie, con conseguente miglioramento del grado di compenso glicometabolico.

Raccomandazioni dietetiche generali

L’alimentazione del bambino diabetico di tipo 1 è sostanzialmente simile a quella di un bambino non diabetico, poiché hanno le stesse esigenze nutrizionali. La terapia avrà come obiettivi un accrescimento armonico, un peso ideale e un’attività fisica regolare. Combinata con corrette dosi di insulina (prescritte dal pediatra), la cura deve consentire un controllo ottimale della glicemia.
L’American Diabetes Association e altre Associazioni Scientifiche di Diabetologia e Nutrizione raccomandano schemi dietetici sovrapponibili alle Linee Guida per una Sana e Corretta Alimentazione.

Occorre quindi:

  1. Ridurre il consumo di zuccheri semplici e preferire i carboidrati complessi (es. pane, pasta, riso, fette biscottate, ecc.). Per sapere quanto zucchero mangia ogni giorno tuo figlio o tua figlia e quanto invece ne dovrebbe mangiare per essere in salute, clicca qui.
  2. Ridurre il consumo di grassi, in particolare grassi saturi.
  3. Incrementare il consumo di fibra.
  4. Coprire i fabbisogni fisiologici di proteine derivanti dalla crescita.
  5. Evitare periodi di digiuno prolungato.
  6. Non saltare mai la colazione.
  7. Consumare pasti completi (carboidrati + proteine + verdura + frutta) a pranzo e a cena.
  8. Suddividere equamente, nei tre pasti principali, la quota totale di carboidrati complessi.
  9. Moderare la quantità delle porzioni poiché l’obesità nel bambino è in aumento.
  10. Variare il più possibile la dieta per consentire al bambino di assumere tutti i nutrienti. I bambini e gli adolescenti, in particolare nei pasti principali, devono abituarsi a mangiare di tutto. Se a tavola i genitori mangeranno gli stessi cibi, il bambino troverà “normale” imitarli, per sentirsi “grande”. La presenza di alimenti diversi, in proporzioni adeguate, rende ogni pasto più gustoso e i nutrienti più facilmente assimilabili.
  11. I consigli nutrizionali che vengono forniti dal personale sanitario al momento della diagnosi devono essere adattati alle tradizioni culturali, etniche e familiari della società ed essere trasferiti all’intera famiglia, rendendo in tal modo più facile ottenere la collaborazione (e la salute) del bambino.

I tre capitoli che seguono indicano gli alimenti da evitare, da limitare e quelli generalmente consigliabili in presenza della malattia, ma non la frequenza o la quantità necessaria per un’equilibrata alimentazione, che può e deve essere prescritta solo dal medico specialista.

Alimenti non consentiti

  • Pane condito e/o addizionato di semi o frutti, focacce, pizzette.
  • Insaccati ad elevato tenore in grassi come salsiccia, salame, cotechino, ecc.
  • Carni grasse (con grasso visibile, agnello, anatra), carni conservate, impanate e fritte, affumicate.
  • Frattaglie, escluso il cuore e il fegato di vitello.
  • Condimenti grassi come burro, lardo, margarine, pancetta, panna, salse in genere.
  • Bevande zuccherine come cola, aranciata, tè freddo, ma anche succhi di frutta, perché contengono naturalmente zucchero (fruttosio) anche se sulla confezione riportano la dicitura “senza zuccheri aggiunti”.
  • Alcolici e superalcolici. Purtroppo, i ragazzini (dai 10-11 avanti in avanti) sono sempre più indotti a bere diverse tipologie di alcolici: vino, birra, aperitivi e anche superalcolici, come i cocktail o gli amari. Di solito, quest’abitudine nasce per imitazione o per sentirsi “grandi”. Uno degli aspetti negativi dell’alcool è che fornisce solo energia (calorie vuote) e non nutrienti, oltre agli effetti negativi sulla crescita e il senso di dipendenza che può sviluppare.

Alimenti consentiti con moderazione

  • Dolci e dolciumi quali torte, pasticcini, biscotti, frollini, gelato, budini, caramelle, ecc. Classicamente questi cibi sarebbero da evitare, ma il comune buon senso ci impedisce di essere inflessibili con i bambini e gli adolescenti. Il dolce e il gelato spesso costituiscono momenti di socializzazione, per cui è ragionevole consentire il consumo occasionale di dolciumi, meglio se programmato, al fine di mettere in atto idonee contromisure (aumento della dose di insulina e controllo dell’effetto iperglicemizzante, aumento dell’attività fisica quando è previsto il dolce, ecc.).
  • Frutta fresca, da consumare nei limiti prefissati dallo specialista, in quanto ricca di zuccheri semplici. La frutta di stagione può essere consumata preferibilmente cruda e con la buccia (se commestibile e ben lavata), senza superare i 500 grammi al giorno.
  • Sale. È buona regola ridurre quello aggiunto alle pietanze durante e dopo la cottura ed evitare il consumo di alimenti che naturalmente ne contengono elevate quantità (alimenti in scatola o salamoia, dadi ed estratti di carne, salse tipo soia). L’apporto di cloruro di sodio dovrebbe essere ridotto non solo nell’alimentazione dei bambini diabetici, ma anche in quella delle loro famiglie, indipendentemente dalla presenza o meno di diabete.
  • Farinacei, che includono tutti i cereali e i loro derivati come riso, pasta, pane, fette biscottate, grissini, cracker, ecc., cioè gli alimenti ricchi in zuccheri complessi (amidi). Il loro consumo deve essere controllato, rispettando le quantità assegnate dallo specialista e la distribuzione nei diversi momenti della giornata secondo lo schema prescritto.  Preferire i cereali integrali.
  • Patate, che non sono verdure ma importanti fonti di amido, quindi sono da considerare come sostituti di pane, pasta e riso. Possono essere consumate occasionalmente in sostituzione del primo piatto, con una frequenza minima nella settimana perché provocano aumenti consistenti della glicemia dopo il pasto.
  • Legumi (ceci, fagioli, piselli, fave, ecc.) vanno limitati in quanto contengono carboidrati e quindi alzano la glicemia. Tuttavia, sono anche un’importante fonte di proteine vegetali (possono pertanto essere considerati dei veri e propri secondi piatti). Si consiglia di consumarli in associazione ai cereali (1 o 2 volte alla settimana), componendo così dei piatti unici.

Alimenti consentiti e consigliati

  • Verdura di stagione, cruda e cotta, da assumere in porzioni abbondanti. Le verdure possono essere consumate liberamente purché non si superi la quantità di condimento assegnata. La varietà nella scelta permette di introdurre correttamente i sali minerali, le vitamine e gli antiossidanti necessari per l’organismo.
  • Pesce (fresco o surgelato), da preferire a tutti gli altri alimenti ricchi di proteine. È consigliabile consumarlo, nelle dosi prescritte, almeno tre volte alla settimana, preferibilmente cucinato alla griglia, al forno, al vapore, arrosto.
  • Formaggi, preferire il consumo di formaggi freschi, non fermentati, nelle quantità prescritte nella dieta, es. mozzarella, certosino, scamorza fresca, caciottine fresche anche light, ecc. Il loro consumo non deve essere superiore a due volte a settimana. Per insaporire i primi piatti e i passati di verdure al posto del sale, si può utilizzare anche tutti i giorni un cucchiaio di Grana Padano DOP grattugiato. Questo formaggio è il più ricco di calcio tra quelli maggiormente consumati, minerale indispensabile per lo sviluppo dei bambini, inoltre contiene proteine ad alto valore biologico (con i 9 aminoacidi essenziali), vitamine e minerali per la crescita, come vitamina A, vitamina B12, zinco e selenio.
  • Uova, il loro consumo è importante per la salute dei bambini, ma non deve essere superiore a due volte a settimana, compreso il loro utilizzo per la preparazione di altri piatti (pasta all’uovo, torte, sformatini, ecc.). Cucinate sode, alla coque, in camicia o strapazzate con verdure o pomodoro sono gradite a tanti bambini.
  • Affettati, la scelta va limitata al consumo di quelli più magri (prosciutto cotto, crudo, bresaola, speck, arrosto di tacchino e pollo) privandoli del grasso visibile, nelle quantità consentite dalla dieta e senza superare le due volte a settimana.
  • Carne: manzo, vitello, vitellone, pollo, coniglio, tacchino, lonza di maiale, cavallo, ecc., preferire i tagli magri e privati del grasso visibile. La carne sì può cucinare alla griglia, arrosto, bollita, al forno o anche in umido purché il tutto venga cotto senza far friggere i condimenti. Evitare di raccogliere i sughi dal piatto.
  • Latte, da preferire fresco, e yogurt da assumere quotidianamente, nelle quantità assegnate, fino ad un massimo di mezzo litro al giorno.
  • Olio d’oliva extravergine, aggiunto a crudo e con moderazione.
  • Erbe aromatiche e spezie, il loro consumo è libero e consigliato per migliorare il sapore delle pietanze.
  • Acqua, almeno 1,5 litri al giorno, liscia o moderatamente frizzante. Variare la qualità dell’acqua consente di recuperare sali minerali diversi e in quantità variabile a seconda della fonte di provenienza.

Consigli comportamentali

  • Una regolare e corretta attività fisica fa parte della prevenzione delle complicanze cardiovascolari. Nell’adolescente, lo sport è un momento di socializzazione e un ragazzo diabetico si sente più a disagio nei luoghi dove l’aggregazione avviene intorno a cibi o bevande che non su un campo sportivo. Il successo sportivo non deve però diventare un eccesso di agonismo, che può far perdere equilibrio nell’autocontrollo. L’attività sportiva presenta comunque dei rischi ed è per questo che deve essere organizzata e non estemporanea. Allenamenti e incontri possono essere previsti e inseriti nella pianificazione alimentare e delle dosi di insulina. Inoltre, nell’attività sportiva, il ragazzo deve sempre avere a portata di mano una riserva di zuccheri semplici e uno strumento per misurare la glicemia. Allenatori o altre figure adulte devono essere informate sul rischio di crisi ipoglicemiche e sulle misure da prendere.
  • Leggere le etichette dei prodotti, soprattutto per accertarsi del loro contenuto in zuccheri. Prestare attenzione all’utilizzo di prodotti “senza zucchero”, in quanto sono spesso ricchi di grassi e di conseguenza ipercalorici.
  • Evitare il fumo! Solitamente, gli adolescenti iniziano a fumare tra i 15 e i 17 anni, per poi prendere il vizio diventando fumatori, fino a contrarre una vera e propria malattia: il tabagismo. Fumando tabacco si assumono molte sostanze nocive e cancerogene. Per contrastare questo preoccupante fenomeno i genitori dovrebbero dare il buon esempio, non fumare, senza dimenticare di vigilare e parlare delle conseguenze del fumo con i propri figli.
  • Controllare il peso del bambino, spesso accade che i genitori eccedano nella quantità a scapito della qualità. Per conoscere gratis lo stato di salute di tuo figlio o tua figlia secondo gli indici dell’OMS, clicca qui.

Consigli pratici

L’importanza del Counting dei carboidrati e/o liste di scambio
Il conteggio dei carboidrati serve a ottimizzare la terapia insulinica, valutando l’entità della dose di insulina prima del pasto, in relazione al pasto stesso. Esso presuppone nel bambino e nella famiglia un’educazione alimentare ed è generalmente insegnato da una figura specializzata (dietista) nell’ambito del progetto di educazione terapeutica per la gestione del diabete. Non è un modo per migliorare le proprie scelte dietetiche, ma per legarle meglio alla terapia. Alla fine del percorso, il ragazzo saprà stabilire delle equivalenze dirette fra i piatti che abitualmente introduce e il loro adeguato bolo insulinico. Si suggeriscono anche altri strumenti di gestione della propria dieta, come le liste di scambio o equivalenti glucidici. Il conteggio dei carboidrati in sé non è l’unico momento nell’educazione alimentare del bambino. I giovani sono veloci e disponibili ad apprendere, ed esprimono con forza, soprattutto nell’adolescenza, una domanda di flessibilità e libertà. Purché sia presentato come uno strumento agile e di pronta disponibilità, e non come un onere in più, il conteggio dei carboidrati sarà vissuto positivamente. Il ragazzo deve sentirsi il diretto interessato, l’unico oggetto dell’intervento educativo. Diverso il discorso per i giovani diabetici in età più precoce. Occorre infatti, in questo caso, consegnare lo strumento dapprima alla famiglia. Ma non appena il giovane sarà in grado di farsi carico della gestione del proprio diabete, bisogna che questo strumento gli venga ‘restituito’.

Il supporto psicologico
Trattandosi di una condizione fisica con la quale il bambino deve imparare a fare i conti quotidianamente, attraverso continue visite, prelievi, cure in genere e che implica la necessità di affrontare compiti inerenti al delicato equilibrio tra alimentazione, attività fisica e assunzione di insulina, richiede un forte adattamento alla nuova situazione. Anche i risvolti psicologici del problema sono molteplici e diversi a seconda delle età, ma nel bambino coinvolgono in prevalenza l'ambiente familiare e scolastico e i rapporti con i coetanei.

Autore

Dr.ssa Laura Iorio, medico specialista in Scienze dell’Alimentazione (revisione scheda 2021)

Pubblicazioni

Supervisione scientifica

Dr.ssa Valeria Papacciuoli,
medico specialista in Pediatria

Avvertenze

I consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e non debbono essere considerati sostitutivi delle indicazioni del medico, in quanto alcuni pazienti possono richiedere adattamenti della dieta sulla base della situazione clinica individuale.