Dieta per Stitichezza del bambino - Stipsi

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Che cos’è la stitichezza?

La stitichezza, o stipsi, è un disturbo intestinale legato alla defecazione, che si caratterizza per una ridotta frequenza settimanale delle evacuazioni (alterazione dell’alvo). Si tratta di un problema molto frequente in età pediatrica, che può avere conseguenze importanti sulla salute e sulla qualità di vita del bambino. Tuttavia, la stipsi raramente è sintomo di una malattia organica.
È bene ricordare che un regolare ritmo di evacuazione è considerato segno di benessere e qualsiasi variazione, spesso, diventa fonte di ansia per un genitore, ma è indispensabile sfatare falsi miti: non è necessario andare di corpo tutti i giorni.

Cause della stitichezza nel bambino

La stitichezza si manifesta quando le feci scendono troppo lentamente lungo il colon, perdendo gran parte dell’acqua da cui sono costituite, che viene assorbita dall’intestino: in questo modo diventano dure e il bambino fatica ad espellerle. È quindi un problema funzionale, legato ad una scorretta alimentazione e/o a problemi comportamentali.

  • La causa più frequente della stitichezza in età pediatrica è la ritenzione fecale funzionale. Compare quando il bambino, per un periodo di almeno 3 mesi, va in bagno meno di 2 volte a settimana, adottando di proposito una postura che non facilita, o addirittura evita, la defecazione.
  • Questo succede perché, in seguito a un’esperienza spiacevole o dolorosa legata all’espulsione delle feci (es. educazione al vasino precoce o coercitiva, interruzione dei giochi, disagio nell’uso dei servizi igienici scolastici, presenza di ragadi anali, ecc.), il bambino può avere paura di defecare. Inoltre, con la stipsi, l’evacuazione sarà fastidiosa o dolorosa e questo può attivare un circolo vizioso: più fa male, più il bambino resiste trattenendo le feci, più aumenta la stitichezza, più fa male e così via.

Altre cause molto comuni della stipsi in età evolutiva possono essere:

  • Una scarsa attività fisica quotidiana, spesso legata ad abitudini sempre più sedentarie nei bambini (es. eccessiva esposizione agli schermi, come TV, computer, smartphone, tablet, videogiochi, ecc.);
  • Un’alimentazione troppo povera di fibre;
  • Uno scarso consumo di acqua (disidratazione);
  • Lo stress emotivo (es. inserimento a scuola, cambiamenti ambientali o di abitudini, ecc.).

Sintomi della stitichezza nel bambino

Le feci si accumulano nell’ultimo tratto dell’intestino, il retto, e, aumentando di volume e di consistenza, rendono l’evacuazione difficile e dolorosa, creando, come detto in precedenza, un circolo vizioso stipsi-dolore-stipsi.
I principali sintomi di stitichezza nel bambino sono:

  • Frequenti dolori o crampi addominali;
  • Tensione e/o gonfiore addominale;
  • Senso di costipazione o ostruzione intestinale;
  • Feci dure e caprine;
  • Sforzo durante l’evacuazione;
  • Sensazione di svuotamento incompleto dell’intestino dopo aver espulso le feci;
  • Mutandine o slip sporchi (fenomeno di “soiling”, ossia la perdita incontrollata di piccole quantità di feci liquide);
  • Sazietà precoce ai pasti;
  • Irritabilità, nervosismo;
  • Inappetenza.

Alcune malattie possono avere, tra i propri segni e sintomi, anche la stipsi. Questo può avvenire nel caso della fibrosi cistica, nella malattia di Hirschsprung, nelle malattie neuromuscolari, nelle fistole perianali tipiche della malattia di Crohn, nelle allergie alimentari, nella celiachia e nell'ipotiroidismo. Perciò, se la stipsi del bambino continua per tanto tempo, è bene rivolgersi al pediatra che farà gli accertamenti del caso.

Diagnosi e trattamento della stitichezza nel bambino

Non esiste un numero preciso di evacuazioni giornaliere o settimanali che possa indicare esattamente se un bambino è o non è stitico. La frequenza di defecazione varia in base all’età, all’alimentazione, alle situazioni emotive del bambino anche in rapporto a fattori ambientali. Esistono, però, delle fasi di vita in cui il bambino può essere maggiormente suscettibile alla stipsi.
Secondo la Società Nord Americana di Gastroenterologia Epatologia e Nutrizione Pediatrica (NASPGHAN), la frequenza delle evacuazioni settimanali in età pediatrica può essere così riassunta:

Da 0 a 3 mesi

Allattamento al seno, da 5 a 40 evacuazioni a settimana

Da 0 a 3 mesi       

Allattamento artificiale, da 5 a 28 evacuazioni a settimana

Da 6 a 12 mesi     

Da 5 a 28 evacuazioni a settimana

Da 1 a 3 anni        

Da 4 a 21 evacuazioni a settimana

> 3 anni                

Da 3 a 14 evacuazioni a settimana

 

Attualmente, vengono considerati i Criteri diagnostici di Roma IV per la diagnosi di stipsi funzionale nei bambini. Almeno 2 dei seguenti criteri devono essere presenti per almeno un mese in bambini fino ai 4 anni di età per diagnosticare il disturbo:

  • Non più di 2 evacuazioni a settimana;
  • Storia di eccessiva ritenzione di feci;
  • Storia di evacuazioni di feci dure o dolorose;
  • Storia di feci di grandi dimensioni;
  • Presenza di una grande massa fecale nel retto.

Nei bambini che sono già stati educati all’uso del bagno, possono essere usati questi criteri aggiuntivi:

  • Almeno 1 episodio a settimana di incontinenza fecale dopo l’acquisizione della capacità di usare il W.C.
  • Storia di feci di grandi dimensioni che possono ostruire W.C.

Dopo aver escluso eventuali cause organiche della stipsi nel bambino, lo scopo principale della terapia è di ristabilire un normale ritmo di evacuazioni con un intervento che non abbia effetti sfavorevoli e che comporti un beneficio reale per il piccolo. Il successo dipende dalla stretta collaborazione tra bambino, famiglia e specialista. Il trattamento della stipsi è prolungato, può infatti richiedere anche un anno e molta pazienza.

Raccomandazioni dietetiche generali

Una dieta quantitativamente corretta e bilanciata, con l’inserimento di alcuni cibi specifici, può migliorare la funzionalità intestinale del bambino senza eliminare alcun alimento importante per la crescita. Occorre quindi:

  • Modificare le abitudini alimentari del bambino con un incremento dei liquidi, frutta e verdura quotidianamente ad ogni pasto, più alimenti integrali e legumi.
  • Ridurre il consumo di zuccheri semplici e cibi raffinati (cioè sottoposti a numerosi e ripetuti processi di lavorazione). Qui puoi calcolare gratuitamente quanto zucchero mangia ogni giorno tuo figlio o tua figlia e quanto invece ne dovrebbe mangiare per restare in salute.
  • Ridurre il consumo di grassi, in particolare di grassi saturi.
  • Incrementare il consumo di fibra.
  • Garantire una buona idratazione.
  • Non saltare mai la colazione! Questo pasto rappresenta il carburante per la mattinata, per il gioco, per le attività dell’asilo nido, della scuola materna e oltre.
  • Incentivare il consumo di frutta fresca agli spuntini. Clicca qui per ottenere gratis un menu settimanale di spuntini e merende personalizzato per le calorie giornaliere di tuo figlio o tua figlia.
  • Abituare il bambino o la bambina ai sapori di tutte le verdure, sia cotte che crude, di ogni tipo di legumi e di pesce, delle varie tipologie di pasta e di carne. Il gusto per i cibi si acquista nel primo anno di vita. Quei bambini che rifiutano la verdura e la frutta hanno spesso genitori che non la mangiano, perciò bisogna cominciare dando il buon esempio.
  • Variare il più possibile la dieta per consentire di assumere tutti i nutrienti. I bambini e gli adolescenti, in particolare nei pasti principali, devono abituarsi a mangiare di tutto. Se a tavola i genitori mangeranno gli stessi cibi, il bambino troverà “normale” imitarli, per sentirsi “grande”. La presenza di alimenti diversi, in proporzioni adeguate, rende ogni pasto più gustoso e i nutrienti più facilmente assimilabili.
  • Moderare la quantità delle porzioni poiché i fenomeni di obesità infantile sono in aumento.
  • Chiedere un parere al pediatra circa la possibilità o meno di assumere integratori di fibre solubili (psillio, guar, glucomannano, inulina) oppure insolubili, come la crusca, per garantire una regolarità intestinale. In alcuni casi, il pediatra potrebbe consigliare anche dei lassativi.

I due capitoli che seguono indicano gli alimenti da limitare e quelli generalmente consigliabili in presenza del disturbo, ma non la frequenza o la quantità necessaria per un’equilibrata alimentazione, che può e deve essere prescritta solo dal medico specialista.

Alimenti consentiti con moderazione

  • Bevande zuccherine come cola, aranciata, gazzosa, tè freddo, ma anche i succhi di frutta, perché contengono naturalmente zucchero (fruttosio) anche se sulla confezione riportano la dicitura “senza zuccheri aggiunti”.
  • Dolci e dolciumi quali torte, pasticcini, biscotti, frollini, gelato, budini, caramelle, brioche, ecc.
  • Sale. È buona regola ridurre quello aggiunto alle pietanze durante e dopo la loro cottura ed evitare il consumo di alimenti che naturalmente ne contengono elevate quantità (alimenti in scatola o salamoia, dadi ed estratti di carne, salse tipo soia). L’apporto di cloruro di sodio dovrebbe essere ridotto non solo nell’alimentazione dei bambini, ma in quella di tutta la famiglia. Al posto del sale, si può utilizzare un cucchiaino di Grana Padano DOP grattugiato per insaporire i primi piatti e i passati di verdura, il formaggio che apporta la maggiore quantità di calcio (minerale indispensabile per lo sviluppo dei bambini) tra quelli più consumati. Grana Padano DOP apporta anche proteine ad alto valore biologico (con i 9 aminoacidi essenziali) e tante vitamine e minerali utili alla crescita, come vitamina A, vitamina B, vitamina B12, zinco e selenio.
  • Tè e cacao.
  • Banane e cachi poco maturi (un po’acerbi) e limoni, che sono tra i frutti definiti “astringenti”.

Alimenti consentiti e consigliati

  • Cereali integrali (pane, pasta, riso, orzo, farro, ma anche grissini, cracker, ecc.), da preferire a quelli raffinati (fatti con farina bianca) per il più alto contenuto di fibre.
  • Verdura di stagione, cruda e cotta, da assumere in porzioni abbondanti. Le verdure possono essere consumate liberamente. La varietà nella scelta (ortaggi di colori e tipi diversi) permette di introdurre correttamente i sali minerali, le vitamine e gli antiossidanti necessari per l’organismo del bambino. Se il bambino non gradisce le verdure, si possono frullare ma non passare con il passaverdure, poiché frullandole sarà garantito un buon apporto di fibre, che prevengono e combattono la stitichezza.
  • Frutta, da consumare preferibilmente con la buccia (se commestibile e ben lavata), poiché è la parte che contiene più fibre. Preferire, in particolare, prugne secche, kiwi (da mangiare al mattino a stomaco vuoto), fichi, pere, albicocche e banane molto mature. Utile contro la stipsi anche la frutta cotta, es. mele cotte. Si può consumare la frutta sotto forma di frullato, mousse o macedonia ma senza aggiungere zucchero.
  • Frutta secca a guscio, come noci, mandorle, nocciole, pistacchi, da consumare senza esagerare (un pugnetto è sufficiente).
  • Legumi (es. piselli, fagioli, lenticchie, fave, ecc.), eventualmente anche frullati se il bambino li gradisce maggiormente.
  • Latte, da preferire fresco (max. mezzo litro al giorno), e yogurt da assumere quotidianamente (2 porzioni al giorno). Utile nei casi di stipsi anche il latte fermentato. I fermenti lattici sembrano svolgere un ruolo molto importante nel favorire la funzionalità intestinale.
  • Formaggi, sia freschi (mozzarella, crescenza, ecc.) che stagionati come Grana Padano DOP. Ricordiamo che il formaggio può essere consumato come secondo piatto (non come contorno!) alternandolo a carne e uova. Una o due scaglie di Grana Padano DOP, una piccola pera e due noci sono una merenda ideale contro la stitichezza.
  • Olio extravergine d’oliva, aggiunto a crudo e con moderazione.
  • Acqua, almeno 1,5 litri al giorno, liscia o moderatamente frizzante. Variare la qualità dell’acqua consente di recuperare i diversi sali minerali in quantità variabile a seconda della fonte di provenienza. Si possono bere anche tisane o infusi alla frutta o alle erbe purché non zuccherati.

Consigli comportamentali

  • Rassicurare il bambino o la bambina attraverso atteggiamenti positivi durante la terapia.
  • Eliminare il fecaloma (disingombro fecale). La presenza di una massa di feci dure (fecaloma) nella regione addominale inferiore (visibile alla radiografia) o nell’ampolla rettale va rimossa. Questo è un intervento indispensabile prima di iniziare qualsiasi tipo di trattamento, può essere effettuata con l’assunzione orale di lassativi o con un enteroclisma. Chiedere consiglio al pediatra.
  • Praticare il toilette training: dopo i pasti principali, il bambino dovrà fare sedute al bagno di circa 10 minuti, ma senza troppe sollecitazioni da parte degli adulti. Evitare di creare tensioni.
  • Annotare su un diario il numero e la frequenza delle scariche del bambino.
  • Evitare ritmi di vita frenetici e stressanti.
  • Praticare regolare attività fisica (ludica-sportiva) per favorire i normali movimenti intestinali. L’attività fisica costante, per due o tre volte a settimana, è indispensabile per una buona digestione, per una corretta motilità dell’intestino, per la prevenzione dell’obesità e per abituare il piccolo ad investire tempo in attività sane e socializzanti. Leggi questo articolo per orientarti nella scelta dell’attività più giusta per tuo figlio o tua figlia.
  • Evitare o cercare di passare meno tempo possibile davanti alla TV, al computer, ai videogiochi, smartphone o tablet.
  • Cercare di ristabilire, in ogni occasione, ambiente e abitudini casalinghe quotidiane soprattutto quando il bambino va in vacanza e si trova di fronte ad un’alimentazione differente, nuovi ritmi e nuovo ambiente.

Consigli pratici

  • La prima colazione può essere molto semplice, ma deve essere completa: latte o yogurt, con corn-flakes o altri tipi di cereali in fiocchi (preferibilmente non glassati e senza zuccheri aggiunti), oppure con frutta fresca o secca tra quelle consigliate (noci, nocciole, fichi, prugne, mandorle, albicocche, uva passita), oppure anche biscotti secchi o pane con marmellata.
  • La merenda di metà mattina e di metà pomeriggio non dovrebbe essere costituita dalla classica merendina o dal pacchetto di salatini. Molto meglio un panino con pomodoro, origano e scaglie di Grana Padano DOP, oppure frutta fresca, un pugnetto di frutta secca o un vasetto di yogurt. Clicca qui per ottenere gratis un menu settimanale di spuntini e merende personalizzato per le calorie giornaliere di tuo figlio o tua figlia.
Autore

Dr.ssa Laura Iorio, medico specialista in Scienze dell’Alimentazione

Pubblicazioni

Supervisione scientifica

Dr.ssa Valeria Papacciuoli, medico specialista in Pediatria

Avvertenze

Tutte le raccomandazioni e i consigli presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo educativo ed informativo e si riferiscono al tema trattato in generale, pertanto, non possono essere considerati come consigli o prescrizioni adatte al singolo individuo, il cui quadro clinico e condizioni di salute possono richiedere un differente regime alimentare. Le informazioni, raccomandazioni e i consigli sopracitati non vogliono essere una prescrizione medica o dietetica, pertanto il lettore non deve, in alcun modo, considerarli come sostitutivi delle prescrizioni o dei consigli dispensati dal proprio medico curante.