Proteina C reattiva alta: cosa fare per abbassarla?

Indice

Cos'è la PCR (Proteina C Reattiva) e quali sono i suoi valori normali?

La proteina C reattiva (PCR) è una glicoproteina prodotta dal fegato e rilasciata nel sangue in risposta a traumi, infezioni o malattie che innescano il processo infiammatorio acuto o cronico. Nel sangue la proteina C reattiva è presente in concentrazioni molto basse, con valori normali della PCR inferiori a 8 milligrammi/litro (mg/l), ma i livelli di PCR possono aumentare con grande rapidità. In caso d’infiammazioni gravi, i valori della PCR possono arrivare ad essere anche cento volte superiori a quelli medi, fino a toccare i 500-1000 mg/l.

 

Quali malattie sono associate e quali sono i sintomi della PCR alta?

Con l’analisi del sangue, il test della PCR non evidenzia particolari malattie, ma ne misura i valori che possono indicare la presenza di uno stato infiammatorio presente. La PCR è preoccupante quando questo stato infiammatorio è determinato da cause come:

  • Infezioni di origine batterica, virale o fungina,
  • malattie croniche come diabete, obesità, tubercolosi, infiammazioni croniche intestinali, polmonite, scarlattina, varicella, infezioni urinarie, epatiti,
  • patologie autoimmuni, come il lupus eritematoso sistemico o l’artrite reumatoide, vasculite, morbo di Crohn, colite ulcerosa,
  • malattie del tessuto connettivo, della pelle e dei vasi sanguigni,
  • alcune forme tumorali, ad esempio, linfomi.

 

Oltre a segnalare un'infiammazione, l’esame della PCR può essere effettuato anche per:

  • Valutare il rischio cardiovascolare (infarti, ictus, etc.).
  • Monitorare malattie infiammatorie (infiammazioni intestinali o artrite reumatoide)
  • Valutare l’efficacia di trattamenti (delle terapie antinfiammatorie o modifiche dello stile di vita).

 

Livelli positivi di PCR, indicanti per l’appunto valori elevati di proteina C reattiva, possono essere dovuti anche a uno stile di vita poco sano, caratterizzato da fumo, sedentarietà e da un’alimentazione squilibrata.
In determinati casi, si esegue un differente esame che identifica la proteina C-reattiva ad alta sensibilità, anche conosciuto come test per la proteina C reattiva ultrasensibile, in particolare quando i valori di PCR sono bassi ma s’intende individuare:

  • l’infiammazione cronica silente, cioè uno stato permanente che non da precisi sintomi ma che può essere utile nella valutazione del rischio cardiovascolare, oltre che indicare la possibile causa di malessere costante come stanchezza, disfunzioni ormonali, riduzione del tono dell’umore, che possono essere anche predittori di malattie gravi.

È sempre opportuno consultare il proprio medico per la lettura e l’interpretazione dei risultati di un esame della PCR.

 

Proteina C reattiva come indicatore del rischio di infarto

Valori della proteina C reattiva elevati indicano un rischio cardiaco tra 2 e 3 volte maggiore, in quanto associati a fattori predisponenti la malattia come l’aterosclerosi e l’ipercolesterolemia, come emerge da uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine.
Lo studio ha confrontato i livelli di colesterolo LDL e quelli di PCR su un campione di 27.939 donne, per circa 8 anni, concludendo che i valori di PCR possono predire, più efficacemente dei valori di colesterolo LDL, gli eventi cardiovascolari.

Nelle 3 tabelle che seguono sono indicati i livelli di rischio cardiovascolare determinati dai risultati dei test Colesterolo LDL (aggiornati secondo le ultime linee guida ESC), PCR e l’associazione di entrambi.

 

 

COLESTEROLO

TOTALE

 

  • fino a 200 mg/dl

 

COLESTEROLO LDL

  • fino a 116 mg/dl nelle persone con rischio cardiovascolare basso
  • fino a 100 mg/dl nelle persone a rischio moderato
  •  inferiore a 70 mg/dl per chi presenta un elevato rischio
  •  inferiore a 55 mg/dl per chi presenta rischio molto alto
  •  inferiore a 40 mg/dl per chi ha già subito un evento cardiovascolare (es.infato, ictus)

COLESTEROLO HDL

  • Non inferiore a 50 mg/dl

Fonte: ESC (European Society of Cardiology)



LIVELLI DI PROTEINA C
REATTIVA ULTRASENSIBILE
NEGLIOVER 18
RISCHIO
CARDIOVASCOLARE
ASSOCIATO
 minori di 1 mg/L  basso
tra 1 e 3 mg/L  moderato 
maggiori di 3 mg/L  elevato 
maggiori di 10 mg/L  escludere altre cause 

Fonte: AHA l(American Heart Association)



Proteina C reattiva alta e
alti livelli di colesterolo LDL

Rischio molto alto
Proteina C reattiva alta e
bassi livelli di colesterolo LDL
 Rischio intermedio-alto
Proteina C reattiva bassa e
alti livelli di colesterolo LDL
Rischio intermedio-basso
Proteina C reattiva bassa e
bassi livelli di colesterolo LDL
Rischio basso

 Fonte: AHA l(American Heart Association)

L’alimentazione aiuta ad abbassare la proteina C reattiva

Per ridurre i livelli di PCR alti, è fondamentale adottare una dieta che rispetti il bilancio energetico e i principi della dieta equilibrata che donano benessere, combattono l’invecchiamento precoce e aumentano l’attesa di vita.

 

I nutrienti che possono aiutarci ad abbassare i livelli elevati di proteina C reattiva sono:

  • L’acido alfa-linonelico, un grasso definito essenziale poiché deve necessariamente essere assunto tramite gli alimenti. Si trova principalmente nella frutta secca come noci, mandorle, nocciole, nei semi oleosi (lino, girasole, zucca, sesamo) e nei relativi oli vegetali, ma in minore quantità.
  • I grassi omega-3 presenti in maggior misura nel pesce fresco (pesce azzurro, salmone).
  • La vitamina C, un antiossidante ad effetto antinfiammatorio si trova soprattutto nella frutta fresca come (kiwi, fragole, agrumi, in alcune verdure crude come peperoni e pomodori).
  • Fibre, che si trovano prevalentemente in frutta e verdura, cereali integrali, legumi e nella frutta secca. Le persone che consumano buone quantità di fibre alimentari (25-30 grammi al giorno) hanno il 60% di probabilità in meno di avere valori della proteina C reattiva elevati.
  • Spezie, come curcuma, zenzero, cannella, ricche di antiossidanti con effetto antinfiammatorio, meglio usarle spesso anche se in piccole quantità.

 

Gli antiossidanti si trovano in maggiori quantità nella frutta e nelle verdure fresche, ad ogni colore di vegetale è associato un antiossidante diverso.


Tuttavia, anche altri alimenti contengono buone quantità di antiossidanti, come Grana Padano DOP, che apporta vitamina A, zinco e selenio. Questo formaggio, inoltre, apporta la maggiore quantità di calcio biodisponibile tra quelli comunemente consumati, ma anche tante proteine ad alto valore biologico (con i 9 aminoacidi essenziali) e vitamine importantissime come B2 e B12. Un cucchiaio (10g) di Grana Padano DOP grattugiato può essere utilizzato anche tutti i giorni per condire i primi piatti al posto del sale.

  • Per fare il pieno di antiossidanti, omega 3 e altri nutrienti con funzione protettiva contro l’infiammazione puoi iscriverti alla Dieta Anti-Aging. Riceverai, del tutto gratuitamente, 4 menu stagionali personalizzati per le tue calorie giornaliere con tante ricette gustose della tradizione italiana che ti aiuteranno a tenere a bada i livelli di proteina C reattiva e a non ingrassare.

 

Infine, è importante non esagerare con il consumo di alimenti che invece stimolano i processi infiammatori.
Sai quali sono? Leggi questo articolo.

 

Che stile di vita bisogna tenere per abbassare la PCR?

Oltre a conoscere il significato dei valori della proteina C reattiva e adottare una dieta adeguata, per ridurre efficacemente i livelli di PCR è anche fondamentale adottare uno stile di vita sano, cioè tale da non danneggiare l’organismo:

  • L’attività fisica intesa come esercizio fisico regolare per almeno 150 minuti a settimana di attività aerobica moderata ed esercizi di rinforzo muscolare, ottimali 300, aiutano a ridurre l'infiammazione.
  • Il fumo di tabacco, anche poco o quello passivo, aumenta lo stato infiammatorio; smettere di fumare è essenziale per abbassare la proteina C reattiva.
  • Gestire l’inevitabile stress con tecniche di meditazione, yoga o respirazione profonda possono contribuire a ridurre gli effetti dello stress e diminuire l'infiammazione.
Collaborazione scientifica

Dr. Antonio Natale

Biologo Nutrizionista, Fondazione Pezzoli per la malattia di Parkinson - CTO G. Pini Milano.

Supervisione scientifica

Dott.ssa Michela Barichella,

Medico Dietologo Direttore UOS Nutrizione Clinica ASST G: Pini CTO Milano, Prof. A.C. dell’Università degli Studi di Milano

Bibliografia essenziale

Ridker, P. M., Rifai, N., Rose, L., Buring, J. E. & Cook, N. R. Comparison of C-Reactive Protein and Low-Density Lipoprotein Cholesterol Levels in the Prediction of First Cardiovascular Events. N Engl J Med 347, 1557–1565 (2002). 

Ridker, P. M., Hennekens, C. H., Buring, J. E. & Rifai, N. C-Reactive Protein and Other Markers of Inflammation in the Prediction of Cardiovascular Disease in Women. N Engl J Med 342, 836–843 (2000). 

Yeh, E. T. H. & Willerson, J. T. Coming of Age of C-Reactive Protein: Using Inflammation Markers in Cardiology. Circulation 107, 370–371 (2003). 

ISSalute - PCR - Proteina C reattiva (analisi cliniche) - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio 2020 

Avvertenze

Tutte le raccomandazioni e i consigli presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo educativo ed informativo e si riferiscono al tema trattato in generale, pertanto, non possono essere considerati come consigli o prescrizioni adatte al singolo individuo, il cui quadro clinico e condizioni di salute possono richiedere un differente regime alimentare. Le informazioni, raccomandazioni e i consigli sopracitati non vogliono essere una prescrizione medica o dietetica, pertanto il lettore non deve, in alcun modo, considerarli come sostitutivi delle prescrizioni o dei consigli dispensati dal proprio medico curante.