Cos’è il reflusso gastroesofageo
L’esofago collega la faringe allo stomaco, il punto di collegamento è detto iato esofageo, all'interno del quale si trova un anello muscolare chiamato sfintere esofageo inferiore. Lo sfintere funziona come una valvola: si apre per far passare nello stomaco il cibo ingerito (bolo) e impedisce al contenuto gastrico di salire nell’esofago. Quando lo sfintere non funziona correttamente il contenuto gastrico passa la valvola e risale l’esofago fino alla bocca.
II sintomi del reflusso possono essere: rigurgito acido, bruciore che sale verso il petto, dolore sternale, gola irritata, tosse secca, raucedine e possono derivare da vari disturbi, ma hanno in comune il passaggio in esofago del contenuto gastrico, che è più frequentemente acido, ma potrebbe essere anche alcalino nel caso in cui sia presente bile proveniente dal duodeno.
La Malattia da Reflusso Esofageo (MRGE) ha diverse origini: l’ernia iatale, il ritardato svuotamento dello stomaco, sovrappeso e obesità. Il sovrappeso, soprattutto se caratterizzato da obesità addominale, può avere un ruolo importante per via della pressione che esercita sullo stomaco che spinto verso l’alto può agevolare la risalita del succo gastrico e la formazione dell’ernia iatale. Altre condizioni che possono contribuire alla malattia da reflusso gastroesofageo sono rappresentate da: fumo di sigaretta, alcune malattie neurologiche autoimmuni, assunzione cronica di alcuni farmaci, stress.
L’ernia si forma quando una parte dello stomaco si sposta in alto (protrusione) attraversa lo iato esofageo e si posiziona sopra il diaframma. Questa “intrusione” inibisce il corretto funzionamento della valvola, permettendo al contenuto gastrico di risalire facilmente.
L’ernia iatale non è causata sempre dal sovrappeso, ma da una combinazione di fattori legati a età, sovrappeso, obesità, sforzi per sollevamento pesi, tosse cronica e fattori anatomici congeniti.
La malattia da reflusso gastroesofageo può comportare delle complicanze quali esofagite, ulcera esofagea ed esofago di Barrett, condizione caratterizzata da una modifica della struttura della mucosa esofagea che può comportare in alcuni casi un rischio di cancro dell’esofago.
Pertanto, è importante rivolgersi al proprio medico per effettuare una diagnosi, indagare le cause e valutare la necessità di cambiare lo stile di vita ed intraprendere una terapia farmacologica. Alcuni comportamenti e alimenti, come indicato di seguito, possono predisporre o aggravare la sintomatologia da reflusso, aumentando l’acidità gastrica e/o favorendo il rilascio dello sfintere esofageo inferiore.
Stabilita la diagnosi di reflusso gastroesofageo, il medico può ritenere opportuno prescrivere dei farmaci, oltre che consigliare uno stile di vita idoneo e una dieta specifica. Secondo la situazione clinica complessiva del paziente potrebbe prescrivere farmaci che proteggono la mucosa gastrica o gli IPP (Inibitori della Pompa Protonica detti anche gastroprotettori) che riducono la secrezione gastrica e anche dispositivi medici che possono ridurre o evitare che il contenuto gastrico risalga nell’esofago. La diagnosi di reflusso gastroesofageo è il più delle volte clinica, cioè basata sui sintomi, alcuni dei quali però potrebbero persistere anche dopo le cure per il reflusso, in particolare quelli che riguardano la tosse stizzosa e la raucedine; in questi casi è opportuno l’intervento di medici specialisti quali il pneumologo e l’otorinolaringoiatra.
Raccomandazioni dietetiche generali
- Evitare i pasti abbondanti, preferendo pasti piccoli e frequenti.
- Privilegiare un’alimentazione a basso contenuto di grassi.
- Evitare cibi e bevande troppo calde o troppo fredde.
- Evitare primi piatti in brodo e l’assunzione di abbondanti quantità di liquidi durante i pasti. I liquidi vanno sorseggiati lentamente nel corso della giornata.
- Mangiare lentamente, masticando con calma i bocconi.
I tre capitoli che seguono indicano gli alimenti non consentiti, consentiti con moderazione, consentiti e consigliati in caso della patologia indicata. Nel seguire le indicazioni si deve però tenere conto che, per ottenere una corretta ed equilibrata alimentazione che fornisca all’organismo tutti i nutrienti di cui necessita, occorre assumere la giusta quantità (porzione)dell’alimento e rispettare le frequenze con le quali alcuni alimenti debbono essere consumati, giornalmente o settimanalmente, all’interno di uno schema alimentare personalizzato. L’alimentazione della giornata deve rispettare il bilancio energetico di ciascuno e l’energia introdotta deve essere uguale a quella spesa per non aumentare il rischio di sovrappeso, obesità ma anche di malnutrizione.
Alimenti non consentiti
- Alimenti ultra-processati (spesso causa di acidità).
- Cibi fritti, piatti già pronti (perché per la loro preparazione sono spesso utilizzati molti grassi).
- Salse con panna, sughi con abbondanti quantità di olio, margarina, burro, strutto dolci con creme.
- Carni molto cotte: stracotti, gulasch, bolliti, ragù.
- Grasso visibile della carne e degli affettati.
- Superalcolici.
Alimenti consentiti con moderazione
Attenzione: allo scopo di evitare carenze nutrizionali, è opportuno che siano limitati, tra gli alimenti sottoelencati, solo quelli che effettivamente il paziente rileva essere associati alla comparsa o al peggioramento dei sintomi di reflusso.
- Alimenti integrali.
- Cioccolato, agrumi e succo d’agrumi, pomodoro (soprattutto crudo) e succo di pomodoro, cipolla, peperoni, aglio, peperoncino, pepe, menta.
- Caffè anche decaffeinato, tè, bevande gassate.
- Vino (massimo 2 bicchieri al giorno per i maschi, 1 per le femmine).
Alimenti consentiti e consigliati
- Frutta e verdura (almeno una porzione a pasto, nei casi più gravi prevalentemente cotta o frullata), acqua (non meno di 1,5 litri al giorno).
- Latte o yogurt scremati o parzialmente scremati.
- Formaggi: primo sale, fiocchi di latte, mozzarella di vacca, oppure formaggi parzialmente decremati come il Grana Padano DOP.
- Carne di pollo, tacchino, coniglio, vitello, maiale (scegliere tagli più magri).
- Pesce: branzino, sogliola, orata, merluzzo (limitare il consumo di pesci grassi come salmone, capitone, anguilla).
- Molluschi e crostacei (consumo limitato massimo 1 volta a settimana).
- Prosciutto crudo, cotto, speck, bresaola, affettato di tacchino/pollo.
- Uova (non fritte).
- Olio extra-vergine di oliva a crudo.
Regole comportamentali
- Smettere di fumare. Fumando s’ingerisce una notevole quantità di aria, che può favorire il reflusso.
- Evitare di indossare cinture o abiti molto stretti in vita perché aumentano la pressione sull’addome, facilitando il reflusso.
- Evitare di sdraiarsi subito dopo i pasti. Dopo mangiato, bisognerebbe aspettare almeno due o tre ore prima di coricarsi.
- Evitare di svolgere attività fisica a stomaco pieno, soprattutto se si tratta di esercizi che impegnano la muscolatura addominale.
- Alzare la parte anteriore del letto di 10-15 cm, in quanto aiuta a mantenere l’esofago in posizione verticale anche quando si è sdraiati e impedisce quindi la risalita di materiale acido dallo stomaco. Evitare di utilizzare pile di cuscini, perché così facendo si assume una posizione che incrementa la pressione sull’addome.
- In presenza di sovrappeso od obesità, è opportuno ridurre gradualmente il peso e la circonferenza addominale attraverso un’alimentazione ipocalorica ed equilibrata, associata ad un regolare esercizio fisico, sempre sotto controllo medico.
Ricette consigliate
Insalata fantasia
Sedani ai broccoli, cavolfiore e ricotta
Tagliatelle verdi con zucca
Straccetti di manzo con insalate cotte
Branzino al trito di basilico con le verdure
Branzino al sale in salsa di rosmarino
Strudel di pesce con verdure
Tortellini in brodo
Sformatini di melanzane e lonza di maiale
Sedano farcito
I consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e non debbono essere considerati sostitutivi delle indicazioni del medico, in quanto alcuni pazienti possono richiedere adattamenti della dieta sulla base della situazione clinica individuale.