Che cos’è la cistite?
La cistite (infezione non complicata delle basse vie urinarie) è una fastidiosa infiammazione (flogosi) della mucosa vescicale causata, di solito, dalla risalita dei batteri che vivono normalmente nell’intestino (es. Escherichia Coli) verso la vescica attraverso l’uretra, cioè il condotto che trasporta l’urina all’esterno. È una delle infezioni del tratto urinario più comuni nella popolazione - l’incidenza varia tra i 5 e i 10 casi ogni 1000 individui - e colpisce principalmente le donne, in particolare il 25-35% delle donne tra i venti e i quarant’anni. Anche se può causare fastidio, bruciore, dolore e altri disturbi (vedi capitolo 3), non è un’infezione grave: i casi di lieve entità, in genere, si risolvono spontaneamente in pochi giorni. Tuttavia, alcune persone presentano frequenti episodi di cistite (cistiti ricorrenti), che sono favoriti da vari fattori (vedi capitolo 2). Le cistiti ricorrenti colpiscono soprattutto le donne in menopausa a causa delle modificazioni del microambiente vulvo-vaginale dovute al calo degli estrogeni, pertanto possono aver bisogno di una cura a lungo termine. Le infezioni delle basse vie urinarie hanno infatti un tasso di ricorrenza pari a circa il 20%, anche dopo un’adeguata terapia antibiotica. Si può affermare che una donna soffre di cistite ricorrente quando presenta:
- almeno tre episodi di cistite acuta in un anno;
- almeno due episodi di cistite acuta in sei mesi.
È bene sottolineare che la cistite ricorrente non è la conseguenza di un primo attacco acuto mal curato: nella maggior parte dei casi, si tratta di un nuovo episodio del disturbo.
Cause e fattori di rischio della cistite
Tra le principali cause della cistite vi è la risalita verso la vescica di agenti patogeni di origine fecale, vaginale o uretrale.
Numerosi fattori sembrano predisporre le donne all’insorgenza e alla ricorrenza degli episodi di cistite, come:
- la distanza tra l’uretra e l’ano, che è per natura più corta rispetto a quella dell’uomo;
- l’uso di sistemi contraccettivi (es. diaframma, crema spermicida), che generano alterazioni dell’ecosistema vaginale;
- l’uso smodato di farmaci antimicrobici, che possono alterare la normale flora batterica vaginale costituita da lactobacilli comportando una persistente colonizzazione vaginale da parte di uropatogeni, come l’Escherichia Coli;
- la menopausa e la post-menopausa, poiché la mancanza di estrogeni (ormoni sessuali femminili) può alterare il normale trofismo vaginale (perdita di elasticità dei tessuti);
- i frequenti rapporti sessuali;
- un’inadeguata igiene intima, scarsa, eccessiva o non corretta (pulirsi da dietro a davanti);
- la gravidanza, poiché porta a una serie di modificazioni anatomiche e fisiopatologiche che possono creare un terreno fertile per lo sviluppo del disturbo;
- le alterazioni funzionali o anatomiche delle vie urinarie, dovute anche a malformazioni congenite;
- le malattie della prostata;
- gli interventi chirurgici alla vescica o quelli uro-ginecologici;
- l’ incontinenza urinaria;
- l’utilizzo di cateteri vescicali;
- un ostacolato deflusso urinario;
- la presenza di calcoli vescicali;
- il diabete mellito di tipo 2 (qui la dieta apposita);
- la sindrome da immunodeficienza acquisita;
- alcune lesioni del midollo spinale.
Sintomi e diagnosi della cistite
I segni e i sintomi più frequenti causati dalla cistite sono:
- aumento del numero delle minzioni durante le 24 ore (stimolo ad urinare più frequentemente del normale), pollachiuria;
- difficoltà nell’urinare (disuria). La minzione può essere lenta e poco abbondante, richiedendo uno sforzo eccessivo. I muscoli pelvici appaiono contratti e il getto di urina può risultare modificato nel volume o nella forma (deviato, tortuoso, etc.) oppure può bloccarsi improvvisamente e involontariamente;
- dolore acuto o bruciore quando si urina (stranguria);
- spasmo doloroso seguito dall’urgente bisogno di urinare (tenesmo vescicale);
- urine scure, torbide o maleodoranti;
- dolore nel basso ventre;
- stanchezza e sensazione generale di malessere;
- sangue o pus nelle urine (ematuria o piuria).
In alcuni casi, la cistite può essere asintomatica (non produce sintomi), presentando solo una carica batterica elevata nelle urine (batteriuria). Talvolta, invece, può essere associata a sintomi sistemici come febbre (anche oltre i 38-39°C) e dolore pelvico aspecifico.
La più frequente complicazione della cistite è un’infezione delle alte vie urinarie che interessa i reni e gli ureteri (pielonefrite), che può manifestarsi in forme particolarmente gravi negli anziani, nei bambini e nelle persone che hanno basse difese immunitarie (immuno-compromessi). Pertanto, se i sintomi non migliorano spontaneamente, è opportuno consultare il proprio medico.
L’infezione deve essere diagnosticata con uno specifico esame delle urine (urinocoltura) e, dopo aver identificato il batterio patogeno responsabile del disturbo, bisogna assumere un antibiotico con azione specifica sul patogeno identificato. Naturalmente, il tutto va eseguito sotto controllo medico.
Raccomandazioni dietetiche generali
Gli obiettivi primari della terapia nutrizionale consistono nel favorire lo svuotamento della vescica, affinché si eviti il ristagno di urine molto concentrate che possono irritare la vescica e per facilitare l’eliminazione dei batteri, nell’agevolare il regolare transito intestinale, in modo da garantire una buona funzione dell’intestino e ridurre il numero di batteri pericolosi, nel prevenire l’irritazione della vescica e nel ridurre la possibilità che i batteri dannosi (patogeni) aderiscano alla mucosa delle vie urinarie. Pertanto, l’alimentazione dovrà prevedere:
- una buona idratazione quotidiana;
- una riduzione del consumo di zuccheri semplici, di cui si nutrono i germi;
- una riduzione del consumo di grassi saturi (soprattutto di origine animale), che possono irritare la vescica;
- un aumento del consumo di fibra (frutta e verdura in particolare), che aiuta a regolarizzare l’intestino;
- l’utilizzo di metodi di cottura semplici (senza grassi aggiunti) come la cottura a vapore, in microonde, sulla griglia o piastra, in pentola a pressione, etc. anziché che la frittura, la cottura in padella o bolliti di carne;
- una corretta ripartizione dei pasti giornalieri, evitando cene abbondanti. Per imparare a mangiare in modo corretto ed equilibrato, seguendo gustosi menu della tradizione mediterranea personalizzati in base al fabbisogno calorico, iscriviti a questo programma gratuito. Se preferisci non mangiare carne né pesce, prova la versione latto-ovo-vegetariana.
- l’assunzione di integratori alimentari solo se consigliati e prescritti dal proprio medico curante. Il consumo di alcuni integratori può causare spiacevoli effetti collaterali e interagire con alcuni farmaci, in particolare con gli anticoagulanti.
I tre capitoli che seguono indicano gli alimenti da evitare, da limitare e quelli generalmente consigliabili in presenza della malattia, ma non la frequenza o la quantità necessaria per un’equilibrata alimentazione, che può e deve essere prescritta solo dal medico specialista.
Alimenti non consentiti
- Superalcolici e alcolici, inclusi vino e birra, in quanto sono potenti irritanti di tutte le mucose dell’organismo, vescica compresa.
- Caffè, tè e bevande contenenti caffeina o altre sostanze nervine (es. cola, energy drink, etc.).
- Peperoncino, pepe, curry, paprika e spezie piccanti in genere, perché possono agire come irritanti della mucosa della vescica.
- Formaggi piccanti.
- Dolci e dolciumi come cioccolato, gelati, merendine, caramelle, etc., perché gli zuccheri semplici favoriscono la crescita batterica.
- Bevande zuccherate come acqua tonica, tè freddi, aranciata, etc. ma anche succhi di frutta, perché contengono naturalmente zucchero (fruttosio) anche se sulla confezione riportano la dicitura “senza zuccheri aggiunti”.
- Succo d’agrumi e fragole perché, pur contenendo vitamina C, possono irritare la mucosa della vescica.
- Edulcoranti (in pastiglie o contenuti in alcuni yogurt, marmellate, prodotti da forno e bibite).
- Condimenti grassi come burro, lardo, strutto, margarine, panna, etc., perché possono rallentare la digestione.
- Intingoli e alimenti fritti.
- Salse elaborate e contenenti zucchero come maionese, ketchup, senape, bbq, etc.
- Insaccati ricchi di grassi come salsiccia, salame, cotechino, zampone, etc.
- Lieviti naturali ed artificiali, perché possono favorire infezioni vaginali come la candida e modificare la flora batterica.
Alimenti consentiti con moderazione
- Sale. È buona regola ridurre quello aggiunto alle pietanze durante e dopo la cottura e limitare il consumo di alimenti che naturalmente ne contengono elevate quantità (alimenti in scatola o salamoia, dadi ed estratti di carne, salse tipo soia, etc.).
- Carne. È consigliabile privilegiare quella proveniente da tagli magri, privata del grasso visibile e cucinata con semplici metodi di cottura. Il pollame è da consumare senza la pelle perché è la parte che apporta più grassi. Evitare le carni affumicate.
Alimenti consentiti e consigliati
- Acqua, berne almeno 2 litri al giorno.
- Tisane e infusi non zuccherati (es. al timo).
- Verdura. Consumare almeno una porzione di verdure a pasto per garantire il corretto apporto di vitamine, sali minerali, antiossidanti e fibre. Preferire le verdure con poco sodio e molto potassio, tra cui cavolfiori, finocchi, carote, lattuga, broccoli e spinaci. Se necessario, integrare la propria dieta con supplementi di fibra in polvere (consultare prima il medico).
- Frutta. Consumare circa tre frutti al giorno, meglio se con la buccia (se commestibile e ben lavata). Variare il più possibile la qualità (i colori) per assumere correttamente tutti i micronutrienti essenziali (vitamine, minerali, antiossidanti). Preferire in particolare mirtilli, ribes, kiwi, fragole e frutti di bosco perché, grazie all’abbondante presenza della vitamina C, aiutano a rafforzare le vie urinarie e il sistema immunitario. Si può mangiare anche frutta cotta (preferibilmente pere o prugne), perché facilita il transito intestinale. Anguria e ananas sono frutti indicati in caso di cistite per il loro elevato apporto acqua.
- Aglio e cipolla.
- Sedano e prezzemolo, in virtù della loro azione diuretica.
- Cereali integrali, da preferire a quelli raffinati perché favoriscono il transito intestinale.
- Pesce fresco, in particolare quello azzurro e il salmone per il loro elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi Omega-3.
- Formaggi e latticini freschi a basso contenuto di grassi, come yogurt, ricotta, mozzarella, cacioricotta, caciotta toscana, crescenza, stracchino, etc., oppure stagionati ma con un minor contenuto di grassi come il Grana Padano DOP, che viene decremato durante la lavorazione e quindi contiene circa il 50% di lipidi in meno rispetto a quelli del latte intero con cui è fatto. Il suo consumo (un cucchiaio da cucina per 10 g anche tutti i giorni) incrementa l’apporto proteico ai pasti (proteine ad alto valore biologico con i 9 aminoacidi essenziali) e favorisce il raggiungimento del fabbisogno giornaliero di calcio (è il formaggio che ne contiene di più tra tutti quelli comunemente consumati) e di vitamine importanti come la B12 e la A.
- Latte fermentato e suoi derivati (es. kefir) oppure fermenti lattici a cicli per aiutare la salute della flora batterica intestinale.
- Olio extravergine d’oliva, da usare a crudo per condire le pietanze e dosato con il cucchiaino per non eccedere nelle quantità.
Consigli pratici
- Praticare un'accurata e quotidiana igiene intima, da intensificare nelle donne durante il ciclo mestruale (movimenti dalla vagina all’ano, se fatti al contrario si rischia di trasportare materiale fecale a contatto con gli orifizi urinari innescando un’infezione).
- Indossare biancheria intima di cotone e pantaloni non troppo stretti. L'utilizzo di biancheria in materiale sintetico o pantaloni troppo aderenti altera la corretta traspirazione dei tessuti.
- È opportuno urinare prima e soprattutto dopo il rapporto sessuale, poiché il flusso urinario facilita il trasporto verso l'esterno di eventuali batteri.
- Praticare regolare esercizio fisico (minimo 150 minuti a settimana, ottimali 300 minuti), ma evitare attività come spinning o cyclette perché possono irritare la mucosa vescicale, soprattutto se già infiammata. Bisogna ricordare che l’ipertono dei muscoli che circondano la vagina sono responsabili di una buona parte degli episodi di cistite.
- Non fumare.
- A cena preferire un primo piatto come un minestrone di verdure, una vellutata o passato, da insaporire a piacere con Grana Padano DOP grattugiato (1-2 cucchiai da cucina).
- Il diabete mellito di tipo 2 triplica il rischio di cistite. Prevenire il suo sviluppo o, in caso di diagnosi, controllare il compenso glucidico (evitare soprattutto glicosuria che potrebbe essere terreno fertile per i patogeni).
- La tempestività nell’iniziare la terapia antibiotica non appena si manifestano i sintomi è fondamentale per accelerare la guarigione della cistite, naturalmente sempre su indicazione medica in presenza di un’infezione batterica e per un periodo limitato di tempo. Consultare il medico nel caso in cui i sintomi siano dubbi o la terapia non funzioni. È fondamentale ricordare che l’utilizzo inappropriato degli antibiotici può rappresentare un problema a lungo termine, in quanto si possono sviluppare delle vere e proprie colonie di germi e batteri antibiotico-resistenti.
Ricette consigliate
Branzino nocciole, riso venere, spinaci e basilico
Sgombro con spinaci salsa di yogurt e curcuma
Riso ai mirtilli e zucca con Grana Padano DOP
Macedonia ai tre frutti
Pesce spada grigliato con salsa di prezzemolo
Risotto con lamponi e Grana Padano DOP al profumo di menta
Sedani ai broccoli, cavolfiore e ricotta
Torta di patate, Grana Padano DOP e rosmarino
Maccheroncini in salsa di cipolla
Frittata al forno
Dott.ssa Laura Iorio, Medico Specialista in Scienze dell’Alimentazione, revisione scheda 2019
Dott.ssa Erica Cassani, Medico Chirurgo Specialista in Scienze dell’Alimentazione
Tutte le raccomandazioni e i consigli presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo educativo ed informativo e si riferiscono al tema trattato in generale, pertanto non possono essere considerati come consigli o prescrizioni adatte al singolo individuo, il cui quadro clinico e condizioni di salute possono richiedere un differente regime alimentare. Le informazioni, raccomandazioni e i consigli sopracitati non vogliono essere una prescrizione medica o dietetica, pertanto il lettore non deve, in alcun modo, considerarli come sostitutivi delle prescrizioni o dei consigli dispensati dal proprio medico curante.